È successo letteralmente di tutto nell'ultima incandescente giornata della Russian Premier Liga 2023-24, che vedeva tre squadre ancora in corsa per il titolo. La Dinamo Mosca, ritrovatasi in testa alla classifica a due turni dal termine, aveva l'occasione della vita: con almeno un punto conquistato sul campo del Krasnodar, si sarebbe laureata campione di Russia per la prima volta dal 1976. Lo stesso Krasnodar, dal canto suo, poteva ancora dire la sua: per ritrovarsi in vetta alla classifica, avrebbe dovuto battere la Dinamo e sperare in un ulteriore passo falso dello Zenit. La squadra di San Pietroburgo, che negli ultimi due mesi aveva dilapidato un enorme vantaggio, doveva a sua volta sconfiggere il Rostov davanti al proprio pubblico e poi aspettare notizie positive provenienti da Krasnodar. Questo era lo scenario di partenza: come vedremo, non sarebbero mancati i colpi di scena.

Il Krasnodar si è infatti imposto con pieno merito nello scontro diretto: 1-0, grazie al gol siglato a inizio ripresa dal centravanti colombiano Jhon Cordoba. Una sconfitta che ha fatto piombare in un vero e proprio incubo gli increduli tifosi della Dinamo Mosca, che hanno visto sfumare proprio negli ultimi 90 minuti il sogno scudetto, nonostante avessero due risultati su tre a disposizione. Grande beffa anche per il Krasnodar, virtualmente campione per circa mezzora poiché, nel frattempo, lo Zenit era clamorosamente passato in svantaggio col Rostov e poi, una volta trovato il pareggio con il rientrante Mantuan su rigore, era comunque ancora fermo sul punteggio di 1-1. Fino a 5 minuti dal termine, quando una conclusione insidiosa del brasiliano Artur, da poco entrato in campo, ha tratto in inganno il portiere avversario Pesyakov: la rete del sorpasso, quella del definitivo 2-1 che sarebbe poi valso il titolo.

Per lo Zenit si tratta del sesto campionato conquistato consecutivamente, tutti con Sergey Semak - fresco di rinnovo fino al 2030 - in panchina. Tra tutti i titoli conquistati dal 2019 in poi, però, questo è stato sicuramente quello arrivato in maniera più inattesa, perché sembrava che il club di San Pietroburgo, a causa di un rendimento troppo altalenante in questo 2024, lo avesse ormai buttato via, non sfruttando l'evidente superiorità nei confronti delle compagini rivali (soprattutto a livello di rosa, ricchissima di alternative in tutti i reparti). Nell'ultima stagione lo Zenit si era infatti rinforzato ulteriormente, aggiungendo altri tre brasiliani (il difensore Nino, capitano del Fluminense vincitore della Copa Libertadores nel 2023, e gli esterni d'attacco Artur e Pedro) alla sua già vasta colonia carioca e prelevando il più promettente difensore del calcio serbo (Erakovic, arrivato dalla Stella Rossa la scorsa estate), oltre a qualche buon talento locale strappato alle concorrenti. A fare la differenza è stato, però, soprattutto il colombiano Mateo Cassierra, capocannoniere del torneo con 21 reti, con tanto di penta-trick realizzata nella penultima giornata: non male per un attaccante che, nella sua prima stagione a San Pietroburgo, era andato a segno appena due volte in campionato.

Con dieci campionati russi vinti (undici considerando anche lo storico titolo sovietico conquistato quarant'anni fa), lo Zenit ha raggiunto lo Spartak Mosca ed è diventata la squadra russa più titolata nel periodo post-URSS. Non sarà semplice per le avversarie porre fine al dominio della squadra di proprietà della Gazprom: questa sembrava potesse essere la stagione giusta, ma la disabitudine a vincere di Dinamo Mosca e Krasnodar alla fine ha fatto la differenza.

Alberto Farinone

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