Sul caso Acerbi-Juan Jesus interviene anche Giovanni Capuano. Il giornalista di Panorama si espone su derbyderbyderby, questi i passaggi principali

Acerbi non è razzista e non lo è stato sul campo di San Siro nella sfida contro il Napoli. Lo ha certificato il dispositivo del Giudice sportivo, seppure appoggiandosi all'assenza di prove sufficienti (o anche solo indizi) per prendere una decisione differente. Può non piacere, ma le sentenze vanno rispettate e, dunque, Acerbi dovrà essere trattato da tale da qui in poi: non un razzista che l'ha scampata, ma un uomo che è uscito senza appiccicata l'etichetta infamante da un processo sportivo nel quale si giocava tutto.


Anche Juan Jesus non è razzista e nemmeno stupido. Non è il millantatore che qualche fanatico ha provato a descrivere, ripescando dal passato vicende differenti e del tutto decontestualizzate, non è un bugiardo e nemmeno una persona che ha sbagliato nel gestire una storia presto diventata più grande di entrambi i protagonisti. Juan Jesus è un uomo perbene che ha scelto di combattere questa battaglia con i tempi e i modi che si sentiva; prima provando a chiuderla, poi isolandosi da tutti nel confronto con le istituzioni. Apparentemente ha perso, ma  deve andare a testa alta anche se un dispositivo, giuridicamente inattaccabile, ha deciso che Acerbi non è stato razzista e lui non ha portato argomenti sufficientemente convincenti davanti al giudice. L'unica cosa che JJ non merita è di diventare il simbolo ipocrita di chi oggi lo innalza a modello e ieri ha tollerato inadeguatezze simili solo per questione di maglia. 

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