Un fiume di parole. Un discorso modello re. Ma anche tanta commozione. Aurelio De Laurentiis ha approfittato della presentazione del nuovo back sponsor, acqua Sorgesana, per spiegare le emozioni dei suoi 20 anni da presidente del Napoli.

De Laurentiis, Carraro e gli inizi

"Siamo solo all'inizio, il bello comincia adesso", ha detto subito il patron. "Se sono realmente soddisfatto? Io faccio un bilancio ultra positivo - ha proseguito Adl -. L'Italia è un paese difficile. Mi avevano descritto Napoli come una situazione ingovernabile. Credo di aver dimostrato che a Napoli si può e si deve lavorare. Vengo da un mondo in cui bisogna trasformare beni immateriali, le idee, industrializzandoli. Questo diventa una palestra di grandissimo allenamento. Quando andai da Franco Carraro al secondo anno di C gli dissi cosa per me non funzionava. Lui mi guardò negli occhi e mi disse: 'Lo dice lei?'. E io risposi: 'Perché non si può parlare?'. Poi scoppiò Calciopoli".

"Non ho mai fatto un euro di debiti"

"Noi siamo passati in un contesto di imprenditori che sono più prenditori. Dove il vecchio non è mai stato surclassato dal nuovo. Non ho mai fatto un euro di debiti. Questo è stato il mio mantra e il mio diktat. Cosa che sono riuscito a portare anche nel calcio. Purtroppo nessuno vuole andare in parti diversi. I proprietari dei club, tranne alcuni casi particolari, non partecipano. I fondi sono un disastro, questo è un altro tema".

"Napoli è un punto d'arrivo"

De Laurentiis è fiero del suo Napoli. "Si è sempre detto che il Napoli è un club di passaggio. Falso, perché il Napoli oggi è anche un punto di arrivo. Campioni affermati vogliono venire a giocare nel Napoli. Uno dei migliori allenatori ha voluto fortemente venire qui. In un mercato in cui si spende meno, il Napoli ha fatto spese superiori a molti altri club. Dopo lo scudetto è vero che abbiamo sbagliato tutti gli acquisti, ma abbiamo comunque speso. Centocinquanta milioni sono la base di un cambiamento totale. Ripartire da zero significa rifondare, e rifondare significa anche investire".

Parole d'ordine, sostenibilità e pianificazione

De Laurentiis ci tiene a ribadire la trasparenza del suo club: "Questo grazie a un modello di sostenibilità e di pianificazione. Il Napoli oggi è l'ultimo baluardo di un calcio diventato finanza e interesse nei fondi. Un prodotto venduto con interessi diversi da quelli originali. Il calcio oggi non rispetta la competizione. Noi abbiamo vinto lo scudetto restando fedeli ai nostri valori. Siamo l'altra faccia della medaglia e così vogliamo restare. Il primo pilastro è il rinascimento napoletano".

Il Napoli investe sulle infrastrutture

"Napoli è diventato un fashion brand. Penso ai diritti di immagine. Il Napoli detiene il 100% dei diritti dei suoi giocatori. Ora inizia la seconda fase, ossia spostare il focus verso i riferimenti che consacrino definitivamente l'azienda Napoli. Il calcio Napoli deve proseguire verso la sua indipendenza. Da tre anni il Napoli è strutturato come i club europei, diviso in parte sportiva e parte imprenditoriale". Guardando al futuro bisogna investire nelle strutture. E De Laurentiis è pronto: "Siamo concentrati su due progetti, il primo è una casa unica per prima squadra e settore giovanile. Il nuovo centro sportivo permetterà un investimento importante anche per il settore giovanile. Il secondo progetto è la riqualificazione totale dello stadio Maradona e delle aree circostanti. L'obiettivo non è solo lasciare una struttura all'avanguardia ai napoletani, ma anche di consegnare agli sportivi un'area da vivere tutti i giorni. Stiamo aspettando un segnale dal comune per la vendita dello stadio. Se non fosse possibile opereremo da un'altra parte".  

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