Tra i motivi di grande orgoglio per il nostro calcio c'è sicuramente la folta rappresentanza di tecnici italiani a EURO 2024: sono ben cinque, un record di cui andare particolarmente fieri. Oltre a Vincenzo Montella (C.T. della Turchia), Marco Russi (dal 2018 alla guida dell'Ungheria) e naturalmente Luciano Spalletti, ci sono anche Domenico Tedesco e Francesco Calzona, allenatori rispettivamente di Belgio e Slovacchia, che si affronteranno già nella prima giornata del gruppo E, in un inedito "derby calabrese". Il 38enne Tedesco, prima di emigrare in Germania da ragazzo, era infatti cresciuto a Rossano, in provincia di Cosenza; Calzona, classe '68, è invece nato a Vibo Valentia. A rappresentare l'Italia nel girone ci saranno anche i tanti giocatori rumeni che giocano (o che hanno giocato) nel Belpaese. La squadra più interessante, però, è probabilmente l'Ucraina, che lo scorso novembre aveva rischiato di mandare agli spareggi l'Italia.

Gruppo E, il Belgio

Lasciata ormai alle spalle la "generazione d'oro" e tutto il carico di aspettative e pressioni che si portava dietro, il Belgio che si presenterà a EURO 2024 sarà una nazionale profondamente rinnovata. A partire dalla guida tecnica, quel Domenico Tedesco che aveva già fatto parlare di sé quando aveva poco più di 30 anni e condusse lo Schalke 04 al secondo posto in Bundesliga; nelle annate successive, il tecnico ha svolto un buon lavoro in Russia con lo Spartak Mosca e ha poi vinto una DFB-Pokal con il Lipsia nel 2022. Pur ripartendo da alcuni inevitabili punti fermi dei Diavoli Rossi - come Witsel nel nuovo ruolo al centro della difesa, De Bruyne a inventare sulla trequarti e Lukaku a finalizzare le azioni offensive - Tedesco ha ringiovanito la rosa, dando fiducia a giovani di qualità come il centrocampista dell'Everton Onana, il rapidissimo esterno d'attacco del Manchester City Doku e l'atalantino De Ketelaere. Inoltre, ha responsabilizzato ulteriormente Tielemans, uno degli uomini simbolo dell'Aston Villa arrivato quarto in Premier League. Tra i giocatori più attesi c'è anche Trossard dell'Arsenal, finalmente libero di sprigionare il suo talento senza avere più il fiato sul collo di Eden Hazard. Il cambiamento più grosso tuttavia è in porta: Tedesco ha voluto dar fiducia a Casteels e Sels, i due portieri con cui ha affrontato le qualificazioni, lasciando a casa tra non poche polemiche Courtois, nonostante quest'ultimo avesse recuperato in tempo dall'infortunio al ginocchio per giocare la finale di Champions League tra Real Madrid e Borussia Dortmund. I giocatori del Belgio sono arrivati in Germania coi piedi per terra: De Bruyne ha recentemente dichiarato che la sua nazionale non è davvero la terza più forte al Mondo (come invece vorrebbe far credere il Ranking FIFA). Il premio per la maglia più originale della competizione, in ogni caso, l'hanno già vinto: la seconda divisa omaggia infatti una vera e propria icona nazionale come Tintin, il celebre reporter creato dal fumettista Hergé, che testimonia il rapporto privilegiato che il Belgio ha sempre avuto con il mondo a strisce. 

Gruppo E, la Slovacchia

Giunta al suo terzo Europeo consecutivo, la Slovacchia vuole giocarsi bene le sue chance di qualificazione in un gruppo equilibrato, ma non impossibile. L'uomo chiave di Calzona è Lobotka, il regista da cui passano tutti i palloni, che ha avuto la possibilità di allenare anche in questi ultimi turbolenti mesi in casa Napoli. Al suo fianco, il C.T. può contare sull'esperienza e la forza fisica di una vecchia conoscenza della Serie A come Kucka (37 anni, il più anziano della rosa insieme al terzino destro Pekarík: i due sono gli unici reduci della fortunata spedizione slovacca ai Mondiali del 2010), sulla crescita di Suslov (protagonista di una grande stagione con il Verona) e sulle intuizioni di Duda. Altrettanto solida e affidabile la difesa, con il forte duo composto da Škriniar (desideroso di riscattarsi dopo l'annata difficile vissuta al PSG) e Hancko (a un passo dall'Atlético Madrid) a dettare legge. Più spuntato, invece, l'attacco, con Calzona che scommette  soprattutto sulle incursioni degli esterni Haraslín (ex Sassuolo) e Schranz, che andranno a comporre un probabile tridente con Boženík, centravanti del Boavista. Curiosità: sia nel 2016 che nel 2021 la Slovacchia arrivò terza nel girone, venendo ripescata la prima volta e restando invece fuori nell'ultima occasione: la tradizione si ripeterà anche nel 2024?

Gruppo E, l'Ucraina

Nonostante le innumerevoli difficoltà vissute dal proprio paese, l'Ucraina ha grandi progetti per EURO 2024: l'obiettivo dichiarato è bissare (e, perché no, provare anche a migliorare) il risultato storico raggiunto nella scorsa edizione, quando si fermò ai quarti di finale. La rosa a disposizione del C.T. Rebrov, il gemello del gol di Shevchenko nella Dynamo Kiev di fine anni 90, permette di sognare in grande. I pezzi pregiati sono infatti in ogni reparto: anche in porta, dove Trubin del Benfica e Lunin del Real Madrid sono in ballottaggio per una maglia da titolare. A comandare la difesa, a dispetto della giovane età, c'è il 21enne Zabarnyi, protagonista di un'ottima stagione con il Bournemouth. Ha fatto una bella figura in Premier League anche il terzino sinistro Mykolenko, di proprietà dell'Everton, sempre una spina nel fianco per le difese avversarie. A centrocampo l'Ucraina può contare sull'esperienza di Stepanenko e Sydorchuk, sulle geometrie di Shaparenko, sulle improvvise e sempre micidiali conclusioni da fuori di Malinovskyi e soprattutto sulla leadership di Zinchenko e sui progressi di Sudakov, talento dello Shakhtar e futuro uomo mercato (già conteso da Juve e Napoli). E le cose vanno ancora meglio dalla trequarti in su: Tsygankov e il bomber Dovbyk hanno trascinato il Girona a un incredibile terzo posto nella Liga, mentre Mudryk - dopo gli alti e i bassi nel Chelsea - è motivato a sfruttare tutto il suo enorme potenziale. In ribasso invece le quotazioni di Yaremchuk, autore di 2 belle reti nello scorso Europeo, ma reduce da annate poco brillanti in giro per l'Europa con le maglie di Benfica, Bruges e Valencia. C'è ancora Yarmolenko, che a fine carriera i vuole togliersi altre soddisfazioni con la propria nazionale, sempre con la fascia di capitano al braccio.

Gruppo E, la Romania

Completa il girone la Romania, una nazionale che, non potendo contare su grandi stelle, si affida ai tanti giocatori svezzati dal calcio italiano. A cominciare da Drăgușin, centrale difensivo classe 2002 cresciuto nella Juventus, affermatosi al Genoa e poi passato al Tottenham nella scorsa sessione invernale di mercato per 25 milioni di euro. Gioca in Italia anche il suo partner in difesa, Nedelcearu, ora in forza al Palermo, così come Marin, centrocampista che ha conquistato un'insperata salvezza con l'Empoli all'ultima giornata. Si sono messi ancor più in luce nell'ultimo campionato cadetto Mihăilă e Man, protagonisti nella promozione in Serie A del Parma. Più complicata invece la stagione di Pușcaș, che ha trovato poco spazio nel Genoa di Gilardino e poi ha rischiato di retrocedere in Serie C con il Bari. L'uomo di maggior esperienza è Stanciu, trequartista 31enne finito in Arabia Saudita: insieme al figlio d'arte Ianis Hagi, è l'elemento dotato di maggior talento in una selezione che difetta un po' di qualità. Il percorso di qualificazione, però, è andato oltre ogni più rosea aspettativa: la Romania ha dominato il proprio girone (22 punti, neanche una sconfitta e appena cinque reti subite), arrivando davanti alla più quotata Svizzera. 

Alberto Farinone

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