Da Higuaín a Kvaratskhelia: le cessioni più onerose del Napoli
Nell'era De Laurentiis, il club si è affermato come una delle società più abili nel valorizzare i propri talenti e massimizzare i ricavi dalle cessioni
Khvicha Kvaratskhelia, ceduto al PSG per 70 milioni di euro, si colloca al secondo posto tra le cessioni più costose nella storia del Napoli, dietro soltanto al discusso trasferimento di Gonzalo Higuaín alla Juventus per 90 milioni. Ecco una panoramica delle operazioni più redditizie della gestione De Laurentiis.
L'asse Napoli-Parigi: affari d'oro tra il Vesuvio e la Tour Eiffel
Kvara è anche il quarto giocatore più costoso nella storia del PSG, dopo Neymar, Mbappé e il neo-juventino Kolo Muani. Con la sua cessione, il Napoli ha confermato di avere un rapporto privilegiato con il club parigino, avendo ceduto in passato altri tre giocatori di grande spessore alla società controllata dal fondo sovrano qatariota: Edinson Cavani, terzo nella classifica delle cessioni più fruttuose del Napoli con un trasferimento da 64,5 milioni di euro nel 2013; Ezequiel Lavezzi, settimo con 30 milioni nel 2012; e Fabián Ruiz, che nel 2022 è stato venduto per 22,5 milioni. Proprio il centrocampista spagnolo ha accolto Kvaratskhelia con un simpatico messaggio in napoletano sui social: "T stev aspettann fratm Khvicha".
Plusvalenze e reinvestimenti: il segreto del Napoli di De Laurentiis
Negli anni, il Napoli di Aurelio De Laurentiis ha dimostrato un'eccellente capacità di valorizzare i giocatori e generare plusvalenze. Tra le cessioni più redditizie spiccano anche Jorginho, venduto al Chelsea per 57 milioni nel 2018, un altro degli eroi del terzo scudetto come il difensore sudcoreano Kim Min-jae (passato al Bayern Monaco per 50 milioni), e Kalidou Koulibaly, prelevato dal Chelsea per oltre 40 milioni. Non meno significative sono le operazioni che hanno coinvolto il mediano brasiliano Allan (all’Everton per 25 milioni) e il fantasista macedone Eljif Elmas, ceduto al Lipsia lo scorso anno, che concludono la top-10 delle cessioni azzurre più onerose.
Oltre a massimizzare le entrate, il Napoli ha saputo reinvestire in modo efficace. L'esempio più emblematico è la cessione di Edinson Cavani al PSG, che finanziò l'arrivo di giocatori rivelatesi poi fondamentali come Raúl Albiol, Callejón, Mertens e lo stesso Higuaín, coi quali il club partenopeo avrebbe aperto un nuovo ciclo. Questo approccio ha permesso al Napoli di restare sempre competitivo, puntando su acquisti mirati e lungimiranti.
Naturalmente non tutte le ciambelle riescono con il buco: il caso di Victor Osimhen, il cui futuro è ancora incerto, è emblematico. Ma ciò non intacca il merito di una gestione societaria che, anno dopo anno, si dimostra tra le più brillanti del panorama europeo.
Alberto Farinone