Quasi trent'anni fa Massimo Moratti comprò l'Inter, la creatura tanto amata che ha coccolato per decenni investendo montagne di soldi e che poi cedette a Thohir. L'ex patron nerazzurro ricorda la sua esperienza in un'intervista al Quotidiano sportivo.

La metamorfosi di Lady Moratti

Moratti ricorda: "Avevo promesso a Milly che non l’avrei fatto, lei preferiva destinare in solidarietà quei quattrini. Ma la passione fu più forte. Mia moglie apprese la notizia dalla televisione. Non voleva più farmi entrare in casa. Lei mi disse che dovevamo impegnarci per aiutare chi soffre. Le risposi con una battuta: conosci qualcuno che soffra più degli interisti, mentre il Milan di Berlusconi vince tutto e la Juve sta tornando grande? Così, mi perdonò. Di aver passato la mano non mi sono mai pentito. Almeno per ora, almeno finora. Però la cosa buffa è che si è pentita la mia signora. Fosse per lei, dovrei ricomprare la Beneamata qui e ora".

Il calcio è cambiato tanto in questi anni, la serie A è quasi interamente in mano a proprietari stranieri, inevitabile la nostalgia: "Come si fa a non avercela, la nostalgia? Sentimentalmente era più bello una volta. Però bisogna essere realisti. In Inghilterra i padroni sono appunto tutti stranieri e la Premier è bellissima. Bisogna evitare i luoghi comuni. Giusto per fare un esempio, quelli di Oaktree all’Inter si stanno dimostrando bravissimi. Dopo di che è giusto ammettere che a livello emozionale c’è una differenza. Non necessariamente negativa. Mi spiego: meno conosci il proprietario e più da tifoso ti appassioni alla squadra, ti identifichi con il valore ideale del club".

L'Inter più bella di Moratti

A Moratti l'Inter di oggi piace: "Vedo una squadra d’acciaio, che non si smarrisce mai. Poi naturalmente c’è tanta concorrenza, in Italia e in Europa, il valore aggiunto è Inzaghi, l’allenatore. È formidabile. Di Inzaghi mi piacciono due cose: l’idea di calcio propositivo che ha e il fatto che non pretende la ribalta, non si mette mai al centro della scena".

Infine la sorpresa, l'Inter che Moratti ha amato di più non è quella del Triplete di Mourinho: "No, sebbene ne conservi beninteso un ricordo indelebile. Ma ho amato di più la squadra di Simoni, con il primo Ronaldo. Vinse meno di quanto avrebbe meritato e più tardi abbiamo anche scoperto perché".

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