Continua a far rumore la vicenda legata a Leao e Theo Hernandez, che sabato sera non hanno partecipato al cooling break della ripresa dando l’impressione di un vero e proprio “ammutinamento”, complice la rabbia per l’iniziale esclusione dalla formazione titolare, anche se per il Milan la storia è già chiusa. La società ha manifestato la volontà di non comminare multe. Anche perché prima Hernandez e poi Fonseca hanno parlato dell’accaduto davanti ai microfoni chiarendo l’accaduto ma le polemiche non si placano.

La decisione del club sui ribelli

È probabile però che prima della sfida contro il Venezia, e alla vigilia di due big match come l’esordio in Champions contro il Liverpool e il derby, ci sia un appello all’unità all’interno dello spogliatoio e stavolta a parlare dovrebbe essere Ibra, assente all'Olimpico e chissà che le cose non sarebbero andate diversamente se lo svedese fosse intervenuto prima della gara e nell'intervallo a parlare con i due esclusi e a calmarli.

Di Canio furioso con Leao e Theo

Chi non accetta scuse è Paolo Di Canio. L'ex attaccante della Lazio, oggi opinionista Sky, nel club assieme a Caressa, Bergomi, Capello, Bucciantini e Balzaretti parla di "delegittimazione" palese dell'allenatore e dice: "Se una cosa del genere succede al dopolavoro… anche coi miei amici che stiamo cazzeggiando e stiamo lì a giocare, se uno si mette lì con la pancia in disparte io gli dico: ao' che stai facendo ma vieni qua tra di noi. E si paga 10 euro per il campo… adesso non voglio fare populismo ma questa cosa è una vergogna".

Di Canio conclude così: "Il capitano si mette là a parlottare, come a dire: ma vedi questo… È delegittimazione! Il mister, i compagni di squadra declassati da quell'atteggiamento ai miei tempi li avrebbero attaccati al muro e presi coi cazzottoni. Questa è una vergogna! È un modo per delegittimare".
 

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