Il polverone arbitri è scoppiato dopo 8 giornate: nessuna novità, polemiche sui fischietti ce ne sono sempre state ma stavolta l'impressione è che ci sia confusione generale sull'orientamento da seguire e scarso coraggio nel prendere le decisioni. Ne parla al Corriere dello sport Graziano Cesari.

Cesari condanna la difformità di giudizio

Il moviolista di Mediaset dice: «Stiamo andando verso una situazione molto pericolosa perché vedo difformità di giudizio e variabilità di certe decisioni da parte dei direttori di gara. Si cambiano le valutazioni di stagione in stagione senza che le regole siano state modificate, faccio fatica a capire perché è stata presa questa piega. Per questa ragione rischiamo di andare incontro a un’annata con tanti errori, anche se spero di essere smentito già dalle prossime partite. Sui pestoni non c'è chiarezza. Eppure l’anno scorso il designatore disse che il gol dalla distanza di Piccoli, in Milan-Lecce, era da annullare per via del pestone su Thiaw. Si prende come riferimento tutto il piede o mezzo? Un’unghia? E con quale metodo si valuta precisamente l'intensità? Ammetto la discrezionalità solo se c’è qualcosa di scorretto da valutare».

Cesari parla di scarso coraggio

Contestazioni e polemiche ci sono state su quasi tutti i campo. Nel mirino non solo gli arbitri ma anche il Var come a Monza dove Aureliano non interviene in soccorso di La Penna sul rigore per fallo a Baldanzi: «La domanda va posta ai diretti interessati. Io francamente non me lo spiego. C’è stato poco coraggio e quindi non si è voluta prendere una decisione. Però se non c’è il coraggio allora tanto vale non fare l’arbitro. Bisogna ammettere che il materiale umano di Gianluca Rocchi non è eccelso, ma ciò non vuol dire che gli arbitri non possano prendere provvedimenti su casi conclamati. Su quelli discutibili non apro bocca, è giusto che ognuno abbia la sua idea, ma su quelli evidenti bisogni darsi una svegliata».

Il rosso a Conceicao era eccessivo

Ultima riflessione sul secondo giallo a Conceicao per simulazione: «A Torino Marinelli ha fatto trenta metri per un cartellino inadatto alla situazione, in cui un giocatore poggia una mano e un altro giocatore, più veloce e con un fisico diverso, finisce per terra in corsa. Mi sono chiesto il perché e cosa gli sia scattato in testa in quel momento. La simulazione quando è tale è inaccettabile, ma lo è anche il fatto che il Var non possa intervenire sul doppio giallo. Bisogna trovare subito un rimedio altrimenti gli errori saranno destinati a ripetersi». 
 

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