Ex Roma e Napoli Ciciretti indagato per minacce, lesioni e stalking
L'ex promessa mancata, oggi 31enne, avrebbe perseguitato l'ex moglie seguendola, aggredendola e tormentandola alla presenza del figlio piccolo
Amato di nome ma non di fatto: l'ex promessa Ciciretti, che ha giocato con Roma, Benevento e Napoli ed oggi gioca in serie D, è indagato per minacce all'ex moglie. Una brutta storia che durerebbe da tempo e che negli ultimi periodi avrebbe preso una piega ancor più preoccupante.
Quell'eurogol alla Sampdoria
Era il 2017 quando il pubblico italiano scoprì Ciciretti: a Genova contro la Samp portò in vantaggio il neopromosso Benevento con un eurogol alla Totti: tiro al volo potente nell'angolino. Molti club iniziarono a interessarsi a lui, cresciuto nel vivaio della Roma, e alla fine lo comprò il Napoli dove però non giocò praticamente mai prima di essere mandato via in prestito.
L'accusa per Ciciretti
Oggi Ciciretti ha 31 anni e la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per lesioni e stalking: il centrocampista, secondo il pm Antonio Clemente, non solo avrebbe controllato gli spostamenti della donna con un dispositivo gps, ma l’avrebbe aggredita e minacciata di morte. «Le avrebbe tagliato la gola», o «le avrebbe sfregiato il suo bel faccino», alcune delle “promesse” contenute negli atti. Episodi che, sempre secondo la versione dell’accusa, sono avvenuti anche alla presenza del figlio piccolo.
La situazione sarebbe peggiorata dopo l’avvio delle pratiche di separazione, nell’estate del 2022, a tal punto che la vittima sarebbe stata costretta a uscire solo accompagnata dal padre o dagli amici. Le minacce sarebbero state rivolte anche ai genitori di lei: «avrebbe fatto del male a suo padre o l’avrebbe ammazzato, così da farla piangere», si legge negli atti. Il 27 settembre dello stesso anno si sarebbe presentato sotto casa della vittima: dopo aver chiuso a chiave il portoncino d’ingresso avrebbe preteso di controllarle il cellulare, per poi colpirla con uno schiaffo facendola cadere a terra. Il tutto sotto gli occhi del figlio piccolo.
Le minacce di morte
Nemmeno un mese dopo, prosegue la ricostruzione del pm, l’avrebbe nuovamente avvicinata per strada e, non riuscendo ad aprire la macchina dove lei viaggiava, avrebbe preso a calci la portiera coprendola di insulti e minacce: «scendi t’ammazzo».