Inter, muro sui rinnovi di Lautaro, Calhanoglu e Inzaghi: Marotta inamovibile
Le richieste del capitano, dell'ex Milan e del tecnico non verranno soddisfatte, questa la decisione del club nerazzurro, inamovibile sui suoi paletti
Saranno anche priorità assoluta sull'agenda nerazzurra, ma i rinnovi di Lautaro e Inzaghi e la posizione di Calhanoglu sembrano cascare proprio a fagiolo per permettere a Marotta di mettere una volta (anzi, tre) per tutte in chiaro la nuova linea del club nel rapporto con i propri tesserati.
L'approdo di Oaktree, infatti, non cambia la necessità di condurre il club verso un futuro più sostenibile e, allora, a cominciare dal capitano, dall'ex Milan e dal tecnico, l'unica strada percorribile è quella della fermezza e della volontà di anteporre il club a tutto e tutti. Sì, perché, anche se alla fine arriveranno comunque tre fumate bianche, la dirigenza nerazzurra non ha alcuna intenzione di sottostare a richieste non allineate alle necessità del momento.
Niente 12 milioni a stagione a Lautaro
La situazione Lautaro Martinez è chiara, con il Toro che, spinto dagli agenti, si è visto recapitare un secco “no” alla richiesta choc di 12 milioni di euro a stagione. Un muro contro muro che ha avuto modo di farsi anche acceso, ma che alla fine si risolverà con una stretta di mano e un accordo, comunque al rialzo, per il capocannoniere della scorsa Serie A, fino al 2029 a 9 milioni di euro più bonus a stagione.
Calhanoglu, no al prolungamento fino al 2027
Marotta non indietreggerà nemmeno con Calha, che dopo il lusinghiero interessamento del Bayern Monaco delle ultime settimane, avrebbe tentato di strappare alla Beneamata un ulteriore anno da aggiungere a un contratto in scadenza a giugno 2027. Altro bel “no” e avanti il prossimo, con il turco che, alla fine, non ha potuto fare altro che tornare sui suoi passi.
I paletti posti a Inzaghi
Prossimo che risponde al nome di Simone Inzaghi, che avrebbe gradito un ritocco per un biennale fino al 2027, ma che dovrà “accontentarsi” di un contratto con scadenza nel 2026 e tetto salariale posto a 6,5 milioni di euro a stagione. Ça va sans dire, anche in questo caso Marotta la porterà a casa. Anche perché, l'intento di andare avanti insieme è priorità condivisa e mai ritrattata.
L'Inter prima di tutto
Quello che è certo è che, anche in questo caso, il muro eretto davanti alle richieste del proprio tecnico permette alla società di tracciare una linea netta e marcata con suoi tesserati, siano essi gli ultimi arrivati o gli eroi di uno scudetto straordinario: l'Inter viene prima di tutto e tutti.