Si era abituato bene anche lui: Massimo Moratti tutto si aspettava fuorchè il ko nel derby ma parlando al quotidiano Libero si dice ottimista per il futuro della sua squadra del cuore.

La delusione di Moratti

L'ex presidente nerazzurro dice: "Non mi aspettavo la sconfitta nel derby ma il Milan ha meritato e questa sconfitta potrebbe avere anche una valenza positiva per l'Inter. A inizio stagione non è gravissimo lasciare per strada qualche punto e questo ko può ricordare alla squadra quale sia la giusta mentalità da far propria a certi livelli. Il calcio è pericoloso e imprevedibile, il derby lo dimostra ma non ho cambiato idea sulle forze in campo. Squadra e allenatore ci sono, lo hanno dimostrato solo pochi giorni prima in Champions League col Manchester League. Non bisogna demoralizzarsi a patto che la sconfitta sia da lezione".

Il consiglio a Lautaro

Dopo un pensiero su Lautaro Martinez, ancora a secco da inizio stagione ("È un ragazzo serissimo, se fossi ancora presidente gli direi di togliersi di dosso la preoccupazione di un momento casuale e transitorio, giochi rilassato come sa fare: se se ne fa un complesso, rischia maggiori problemi") un parere positivo sul mercato estivo: "L'Inter partiva da uno scudetto vinto tra l'altro giocando molto bene. La base c'era già quindi a buona ragione non hanno ravvisato di inserire troppe novità. L’Inter ha almeno 18 calciatori in grado di giocare ad altissimo livello e altri sono stati acquistati, compreso Taremi che reputo davvero molto bravo. Sotto certi aspetti mi è sembrata una campagna acquisti perfetta, insomma, c’erano già squadra, allenatore e impostazione. A buona ragione non hanno ravvisato l’obbligo di inserire troppi calciatori nuovi”.

Il motivo della cessione dell'Inter

Immancabile la domanda sul possibile pentimento per aver lasciato troppo presto l'Inter, il patron del Triplete risponde quasi a sorpresa: "No, anzi penso di aver venduto troppo tardi: 18 anni sono tanti. Per l'Inter volevo competere sempre al massimo e questo ti portava a sovvenzionare generosamente il club. Oggi il calcio moderno impone un'amministrazione mirata al risparmio e per me sarebbe stato troppo difficile...Non avrei potuto fare diversamente perché sono tifoso anche io e sarebbe stato troppo difficile per me mettermi sul piano di una amministrazione mirata al risparmio. Mi sono tenuto le mie perdite e la società non ne ha sofferto, ma andando avanti sarebbe stato molto più difficile per me”.

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