Roma, Totti fa chiarezza sulla rivalità con Del Piero e rivela un aneddoto
L'ex capitano giallorosso apre il cassetto dei ricordi nel giorno del 50esimo compleanno di Pinturicchio e si confessa a La Repubblica
Insieme hanno anche giocato ma quella maglia numero 10 della Nazionale di solito era dell'uno o dell'altro. Del Piero, che oggi compie 50 anni, e Totti hanno rappresentato i migliori anni della nostra vita calcistica e oggi l'ex capitano della Roma fa gli auguri a Del Piero intervistato da La Repubblica.
Totti e la rivalità con Del Piero
Dice Totti: «Sembra difficile da credere. Cinquanta anni. Mi pare ieri che eravamo due ragazzi di diciotto, vent’anni. Distanti eh: lui vinceva gli scudetti, giocava la Coppa Campioni. Io… be’, io ci ho messo un po’ di più. Però ci guardavamo, ci studiavamo, forse ci cercavamo anche, già da ragazzini. Rivalità? Forse, all’inizio. Lui lo ha detto bene una volta: eravamo più complici, che rivali. Poi c’era a chi avrebbe fatto comodo che fossimo rivali: lui rappresentava la Juventus, io quasi il suo opposto, la Roma e Roma a qualcuno non piace e non è mai piaciuta. Ma noi in questo gioco non siamo mai caduti, anzi. Ci rispettavamo proprio perché capivamo l’uno il ruolo dell’altro. Le responsabilità di rappresentare qualcosa che andava oltre la singola squadra».
La staffetta tra i due fenomeni
Totti debuttò in Nazionale proprio subentrando ad Alex, Italia-Svizzera 2-0 del 1998: «Sì, all’esordio sono entrato al posto suo e al momento del cambio mi ha strizzato l’occhio: credo da quel gesto sia iniziata a nascere la nostra sintonia: il Mondiale è stato la chiusura del cerchio. Perché se agli Europei del Duemila eravamo quasi alternativi, in Germania eravamo complementari. E forse lo siamo anche caratterialmente: lui più riservato, io più espansivo. Ma siamo sempre andati d’accordo, anche per questo forse».
Il ricordo della finale
Infine un aneddoto prima di Italia-Francia del 2006: "Prima della finale eravamo tutti svegli, non riuscivamo a dormire. Lui a un certo punto, saranno state le due, ci fa: “Vabbè, io sono abituato alle finali, vado a dormire…”.