Oltre all'avventura nella Kings League, Radja Nainggolan sta portando avanti la sua carriera calcistica in quelli che forse sono i suoi ultimi impegni prima del ritiro. Il belga è tornato nel suo Paese per giocare nell'Hassania Mechelen, società di calcio a 5 nei pressi della città che gli ha dato i natali, ovvero Anversa.

Già svincolato dal Bhayangkara Presisi, realtà indonesiana (calcio a 11, non futsal in questo caso) che non gli ha rinnovato il contratto, il centrocampista nel frattempo ha concesso una intervista all'emittente Retesport. L'argomento principale la Roma, sua ex squadra dove lasciò il segno dal 2014 al 2018. Ed è stata l'occasione per il belga per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

Nainggolan: “Soffro per la Roma, ma avvengono cose strane”

Prima però l'ammissione di provare una certa sofferenza per il momento vissuto tutt'ora dai giallorossi:

“Fa male vedere la Roma decima, a 15 punti dalla Lazio. Lì ho vissuto i miei anni migliori in cui siamo stati sempre in alto in classifica. Da quando sono andato via la squadra giallorossa non ha più giocato la Champions. Credo che la Roma stia migliorando ma ancora è lunga: sono tanti i punti da recuperare e non è facile”.

Poi le stoccate: 

“Strano vedere tre allenatori che la pensano in maniera diversa: Paredes, a esempio, prima non giocava mentre ora sì, Bove viene lanciato da Mourinho e poi viene ceduto. Edoardo, visto quello che ha fatto a Firenze, non lo avrei mai mandato via. Tutte cose strane che non comprendo”.

“Società incapace, esonero di De Rossi inspiegabile”. E su Monchi…

Questo solo il primo colpo a salve: poi arrivano le palle incatenate, rivolte in direzione della proprietà dei Friedkin. Nainggolan si è detto sorpreso dall'esonero di De Rossi, e giù la bordata: “Sintomo dell'incapacità della società: hanno fatto 3 anni di contratto a un allenatore che aveva raccolto tanti punti e poi l’annata successiva è stato cacciato via dopo 4 partite. Inspiegabile".

E ancora, un siluro in direzione dell'ex ds: 

"Monchi all’epoca fece il doppio gioco. Io mi sentivo uno dei capitani e lui mi faceva sentire importante ma poi alle spalle mi stava vendendo. Io non me ne sarei mai andato via, ma per me l’essere uomo è più importante di ogni altra cosa. Avessi saputo che avrebbe lasciato il club dopo 6 mesi sarei rimasto, anche perché avevo 3 anni di contratto. Monchi voleva vincere alla Roma mandando via tutti i calciatori presi da Sabatini".

Nainggolan fa quindi il confronto tra la sua Roma e la squadra attuale:

"Noi senza parlare ci guardavamo negli occhi e già sapevamo cosa fare: credo che questa cosa manchi all’attuale Roma. Pellegrini? All’epoca era giovane e si doveva inserire nella squadra ma lottava per entrarci dentro. Non lo conosco come un calciatore che soffre troppo la pressione, forse la fascia gli sta pesando. Dybala? Se sta bene fa la differenza: è un giocatore che devi sempre tenere".

 

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