Kephren Thuram: Papà mi ha detto che la Juve è la squadra più grande al mondo
Il centrocampista bianconero presentato ufficialmente, la sfida al fratello Marcus, gli idoli giovanili e l'obiettivo di segnare più gol
In pochi giorni è diventato uno dei simboli della nuova Juventus: prima è stato l'unico ad eccellere nel karaoke cantando Battisti come fece il padre tre lustri fa, poi dando l'anima in campo al motto di chi si ferma è perduto. Kephren Thuram è uno dei volti nuovi dei bianconeri ed è stato presentato ufficialmente oggi, alla vigilia dell'amichevole col Brest.
Il messaggio di Thuram senior
"Mio papà mi ha detto che è la più grande squadra d'Italia, la più grande nel mondo. Mi ha detto assolutamente di approfittare di ogni momento vissuto qui non soltanto come giocatori, ma come allenatori e dirigenze per me sarà un'occasione di apprendimento enorme e di crescita come persona e come calciatore". Questo il biglietto da visita del centrocampista che spiega: "Ero piccolo quando la Juve ha vinto gli scudetti e non mi ricordo tanto. Spero di vincere tanti scudetti con questo club. Mio papà sarà felice per me come per mio fratello. Noi ai suoi occhi siamo uguali".
La sfida al fratello Marcus
Paul Pogba e Patrick Vieira i suoi idoli, ma c'è anche il fratello che gioca nell'Inter: "Marcus dice che sono più forte io perchè mi vuole tanto bene. Secondo me lui è più forte di me. Sono molto contento per lui. Lui è un modello per la nostra famiglia. Non ho mai parlato a Pogba. È amico di mio fratello ed ero un suo fan anche dei suoi cambi di capelli. Il mister mi parla tutti i giorni e mi ha dato anche dei consigli che non posso svelare. Si vede che è stato un giocatore molto intelligente".
Nel suo percorso di crescita c'è anche la volontà di fare gol con più continuità: "Si vorrei segnare di più perché sicuramente la vedo come una crescita, ma non è la cosa più importante per me. Sono io che devo creare un ponte tra la difesa e l'attacco e sicuramente sono quello che deve dare equilibrio e creare supporto alla squadra, recuperando tanti palloni. Chiaramente fa piacere a tutti segnare, ma non è il compito principale, per questo ci sono gli attaccanti. Penso di aver avuto la Juve nel mio destino. Sia Vieira che Henry mi hanno dato tanti consigli e mi hanno parlato della Juventus. Sono stati molto contenti per me e sono riconoscente di questo".