Ravanelli: Conte che errore andare al Napoli, Juve perché non mi hai chiamato?
L'ex Penna Bianca ora è consigliere al Marsiglia ma ha sempre sognato di tornare in bianconero: la frecciata agli azzurri e l'elogio di Greenwood
Anche Marsiglia è casa sua, ci ha giocato 25 anni fa lasciandoci un pezzo di cuore e ci è tornato ora da consigliere principale del presidente Pablo Longoria, spagnolo che parla perfettamente sei lingue, un passato da osservatore all’Atalanta, al Sassuolo e alla Juventus, uomo ambizioso che vuole riportare la società ai vertici del calcio francese ma Fabrizio Ravanelli un rimpianto ce l'ha, come confessa a Il Foglio, intervistato da Alberto Brandi.
Il rimpianto di Ravanelli
L’OM gli ha dato la possibilità di rientrare nel mondo del calcio ma Ravanelli si aspettava che quest’offerta arrivasse prima o poi dalla Juventus: “Sì, non voglio nascondermi dietro a un dito. Mi aspettavo che arrivasse una chiamata per chiedermi di rientrare all’interno di una società che è stata la mia vita, la mia squadra del cuore. Cosa che è successa con Longoria che mi ha aperto la sua porta principale. Quando non c’è, sono io a rappresentare lui e il Marsiglia. È fantastico, un sogno così l’avevo solo vissuto il primo giorno alla Juve”.
L'elogio di Greenwood
Il Marsiglia è un po' made in Italy visto che oltre all'ex attaccante bianconero c'è in panchina Roberto De Zerbi in panchina. Avvio ottimo in stagione. Due vittorie e un pareggio nelle prime tre giornate e il secondo posto dietro al Paris Saint Germain, trascinati dall’inglese Greenwood che piaceva anche a Lazio e Napoli: “Greenwood pratica un altro sport. Non capisco come i grandi club se lo siano lasciati scappare. Come il Manchester United l’abbia ceduto al Getafe, la squadra con cui l’anno scorso è esploso. Ha un pregio: su 10 tiri, 9 sono gol ed uno viene salvato dal portiere”.
Il pensiero di Ravanelli su Conte
E a proposito di Napoli per Ravanelli Conte ha sbagliato ad accettare la panchina azzurra: “No, secondo me ha preso un rischio grossissimo, non l’avrei mai fatto. So che Antonio non può vivere senza calcio. Ma conoscendolo bene so anche quello che pretende da una società e dai giocatori. Sarà difficile portare avanti il suo progetto a Napoli. Se ci riuscirà, sarà un miracolo. Faccio fatica a pensarlo, ma glielo auguro, uno come lui potrebbe pure farcela”.