Acerbi, la frase su George Weah fa infuriare i tifosi
Tra i vari passaggi della discussa intervista di Acerbi al Corriere della Sera ha colpito (in negativo) quel riferimento a Weah ("il mio idolo è Weah") per legittimare l'innocenza sulle accuse di razzismo. Il web è in tilt: "il mio idolo è George Weah" is the new "Tavecchio ha costruito ospedali e adottato bambini africani", oppure: ""JJ mi ha frainteso". "Va bene. Ma tu cosa gli hai detto?" "Eh, ma io in vita mia ne ho passate tante e poi Weah era il mio idolo"..." e anche: "Non ha cacciato la solita "ho amici neri" ma se n'è uscito con "Il mio idolo era Weah". Be', che dire? Un punto per la creatività."
C'è chi osserva: "Cioè tirare fuori la storia del tumore e poi weah… dite ad acerbi che lo specchio è finito" e anche: "Il mio idolo era Weah is the new Ho anche amici gay", oppure: "L'Inter e Pastorello forse dovrebbero spiegare ad Acerbi che è meglio che evita di parlare pubblicamente. Perché tra "non sono razzista, il mio idolo è Weah" e "così diventa tutto condannabile, anche gli insulti ai serbi" (che sono già considerati razzismo) non butta bene"
Piovono critiche: "E quindi gli avvocati e gli agenti che assistono Acerbi - non credo che un professionista di quel livello agisca autonomamente in una situazione simile - gli hanno detto "Ma sì dai, dilla quella cosa di Weah, ci può stare". Che dire..." e infine: "Non capisce che quando se ne esce con "non sono razzista il mio idolo era Weah" peggiora ancora più le cose. In più mettere in mezzo la sua malattia ... Che persona squallida!"