Paulo Fonseca durante un match
Paulo Fonseca

Ivan Zazzaroni impietoso nei confronti di Paulo Fonseca, l'ex allenatore della Roma oggi al timone del Milan. Il pessimo avvio di campionato dei rossoneri, con appena due punti in tre gare, e le clamorose esclusioni di Theo e Leao non sono andate giù neppure al direttore del Corriere dello Sport. Dopo il sofferto 2-2 con la Lazio l'editoriale di ‘Zazza’ assomiglia a un pamphlet contro Fonseca, paragonato addirittura a un altro tecnico scelto a sorpresa da una big l'anno scorso e poi silurato dopo poche settimane.

Lazio-Milan, l'analisi di Zazzaroni

Scrive Zazzaroni: "Si è vista la mano di Fonseca, questo è fuor di dubbio: la rinuncia per una settantina di minuti a Leao e Theo in una partita nient’affatto scontata ha ridotto sensibilmente le distanze tecniche e fisiche tra le squadre, al punto che la Lazio ha giocato meglio, con più coraggio e lucidità, e avrebbe meritato di vincere. Il calcio sa essere bastardo, purtroppo, e il gol di Leao subito dopo l’ingresso in campo ha sublimato l’errore esiziale, se si considerano il momento e la classifica; errore condiviso – immagino – con la società".

Fonseca come Garcia: il paragone

Quindi il paragone già evidenziato in precedenza, con un altro ex allenatore della Roma e del Lille, per giunta: "Quella che nasceva come battuta si sta trasformando in un sospetto: pur se con i necessari distinguo, la genesi e la prima fase della gestione Fonseca ricordano tanto quelle di Rudi Garcia a Napoli, proprio un anno fa. Entrambi seconde o terze scelte del club, entrambi con una gran voglia di incidere in fretta naturale, essendo dei professionisti di livello -, entrambi con il supporto (e alcune riserve) di un management fin troppo muscolare". Non lo scrive Zazzaroni, ma tutto lascia supporre che presto anche Paulo possa seguire il destino di Rudi e quindi essere silurato.

Milan, quante analogie tra i due tecnici

Del resto, ci sono tante analogie tra i due e non certamente soltanto relative alle squadre allenate in precedenza:"Le analogie? Prima cosa, l’azzeramento delle gerarchie; seconda, il tentativo di mandare dei segnali forti e chiari alle prime firme – da Kvara e Osi allora a Leao e Theo oggi. Il risultato è stato un Milan assai lontano dalle proprie aspirazioni (il bel gioco): le cose semplici sono le migliori, per le rivoluzioni c’è sempre tempo", la conclusione dell'editoriale di Zazzaroni.

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