Milan, Criscitiello toglie la maschera a Ibra: ecco gli errori
Il direttore di Sportitalia si sofferma sull'equivoco della figura del dirigente svedese nel momento più delicato della stagione del club
Che voto va dato a Ibrahimovic dopo i primi mesi da dirigente con pieni poteri, uomo di fiducia del n.1 di RedBird Cardinale? A giudicare dalla campagna acquisti, e non solo, lo svedese non arriva alla sufficienza. A fare il punto della situazione è Michele Criscitiello.
La figura di Ibra e le mani messe avanti
Nel suo editoriale il direttore di Sportitalia osserva:"Sono giorni che parliamo dell’assenza di Ibra a Milano e Milanello. Ci sono gli innocentisti e i colpevolisti. Alla fine Zlatan non ha né torto né ragione. Lui, con la società, è stato chiaro dall’inizio. Ho le mie cose e non le cancello per fare il dirigente del Milan. Non è un dirigente qualsiasi ma è un investitore e il vero problema è che Ibra ha smesso troppo tardi di giocare a calcio e ha iniziato troppo presto a fare il Direttore. Ovviamente adesso si trascina viaggi e sponsorizzazioni da fresco ex calciatore ma questo business non combacia con la figura di un Direttore di una Big come il Milan"
Gli errori di Ibra
Criscitiello continua: "Fare questo mestiere non è una passeggiata. Puoi fare 7-10 giorni di vacanza all’anno. Devi seguire la squadra in casa e trasferta. Non puoi saltare due allenamenti di fila. Purtroppo Ibra si è calato nella parte ma o crea un secondo Zlatan oppure i problemi si continueranno a ripetere. Certamente è stato sfortunato perché dalla sua partenza è successo di tutto. Sconfitte, mal di pancia e conferenze di presentazione. Ibra vuole diventare Dirigente ma non ha tanta voglia di fare gavetta e rinunciare ai suoi introiti. Chiamalo fesso. Il vero problema è il Milan. Una società così deve venire prima di tutto"
Infine la conclusione: "Furlani ci mette la faccia e lo apprezziamo ma la linea di difesa, in conferenza, doveva essere ben diversa. I casi Theo e Leao andavano gestiti in maniera diversa e se prendi Fonseca devi tutelarlo maggiormente anche in pubblico. Il Milan ha 3 strade senza via di uscita: Venezia, Liverpool e Inter. O riparte alla grande o sarà dichiarato ufficialmente lo stato di emergenza"