E' un elogio alla cavalcata dell'Inter l'editoriale di Beppe Severgnini - accanito tifoso nerazzurro - sul Corriere della Sera. Questi i passaggi principali

La vittoria - e i successivi festeggiamenti in campo, quasi esagerati - segnano un cambio di stagione. Questa è finita, si pensa alla prossima. Molto merito va ai giocatori. È evidente che, nella squadra, si è creato un affiatamento formidabile. Barella ha smesso di protestare, Lautaro gioca tranquillo, Bastoni e Dimarco crescono a vista d’occhio. Frattesi accetta di entrare a partita in corso quand’è, di fatto, titolare in Nazionale. Certo, vincere aiuta a vincere, ma ogni tanto scatta una magia che trasforma le addizioni in moltiplicazioni. Il Napoli, lo scorso anno, è un buon esempio".

Su Inzaghi e Marotta dice: 

"Anche Simone Inzaghi sta sorprendendo tutti (anche sé stesso, probabilmente). La gestione nervosa di una squadra d’alto livello, in qualsiasi sport, è complicata. Nel caso del pallone,diventa difficilissima. Inzaghi, l’afono più vocale del calcio italiano, è diventato davvero bravo, e sembra avere le idee chiare. L’Inter, in campo, dà l’impressione di sapere sempre cosa fare. Sullo stesso gradino del podio sta Beppe Marotta. La sua competenza è nota, la sua tranquillità contagiosa, la sua parsimonia ammirevole: in carriera ha visto di tutto, è chiaro, ma parlando con lui si ha l’impressione che ancora si stupisca e si diverta".

Chiusura sul presidente nerazzurro: "Una menzione speciale tocca al giovane Zhang Kangyang - Steven Zhang, chez nous - qualunque cosa accada in maggio, alla scadenza del prestito di Oaktree. Quando è arrivato all’Inter (2016), non sapeva nulla di calcio: nemmeno guardava le partite. Ma ha imparato, ascoltando chi ne sapeva più di lui (Marotta, Ausilio, Zanetti, Antonello)". 

Milan, Pellegatti elegge in anticipo il protagonista della sfida alla Roma
La rincorsa del Vicenza alla Serie A è già iniziata