Inter, Thuram rivela cosa ha fatto subito dopo caso Bove
Il bomber nerazzurro si confessa alla Gazzetta tra razzismo, politica, clausola rescissoria e la fortuna di essere figlio di Lilian e fratello di Kephren
Da grande si vede a vivere negli States a fare "quello che fa Titì Henry, con la Cbs. Vorrei lavorare in una tv americana, è un tipo di commento più rilassato, qui in Italia o in Francia ci prendiamo tutti troppo sul serio", si sente ancora il figlio di Lilian ("è stato fondamentale per me, da giovane e ancora oggi. Con lui guadagno tempo, una parola sua sono 2-3 settimane di lavoro per un altro») e considera il fratello Kephren più forte di lui («C’è stata la possibilità di giocare insieme, quando ero al Borussia il Nizza mi voleva ma poi non se ne è fatto nulla. No, nessuna scommessa con lui. Gli auguro il meglio. Non proprio il meglio meglio eh… Diciamo a lui sì, alla squadra in cui gioca no. È davvero più forte di me. E sa perché? Perché può imparare dal papà e poi dal fratello, è fortunato») ma Marcus Thuram si sente nel momento più bello della sua carriera e si confessa alla Gazzetta.
Thuram e il caso Bove
Dal manga preferito ("Dragon Ball Z, il personaggio è Super Saiyan 4: lo adoro, è veloce, potente. E poi Captain Tsubasa (in Italia Holly e Benji, ndr): tifavo per Mark Lenders, è nato ala e poi è diventato centravanti, come me") al cuscino da portare sempre con sè, l'attaccante dell'Inter si mette a nudo e rivela anche cosa ha provato durante il malore di Bove: «Ero paralizzato, sangue ghiacciato, non sapevo cosa fare. Ma è come una sveglia sulla vita. Dopo la partita ho chiamato tutte le persone a cui voglio bene, una ad una, per dire loro quanto le amo».
Thuram e il razzismo
All’Europeo lui e altri giocatori francesi si sono schierati contro Le Pen, alla vigilia delle elezioni: «Io posso parlare per me. È stato naturale per il sottoscritto e per Kylian (Mbappé, ndr). Siamo giovani, neri, è stato giusto capire quel che stava accadendo e poi parlare. A me personalmente non sono mai capitati episodi di razzismo ma se accadesse non starei zitto. Parlare non è mai stato un problema, denunciare delle cose che non trovo giuste, idem. Poi non giudico chi non fa come me».
Spazio anche alla clausola rescissoria da 85 milioni e al futuro. "Ma la cifra è alta…Lo dico chiaro: non accadrà mai che io lasci l’Inter sfruttando la clausola, per il rapporto che qui ho con tutti. Quella cifra è messa lì, ma non sarò mai io da solo a scegliere. E se qualcosa arriverà, ci sarà sempre una discussione con la società".