Inter, Palmeri rivela perché Zhang è più tranquillo ora di un anno fa
Come finirà l'intricata vicenda societaria legata all'Inter? Prova a spiegarlo Tancredi Palmeri nel suo editoriale per Linterista. Questi i passaggi principali
Mancano 57 giorni alla scadenza del prestito che si deve onorare nei confronti di Oaktree. E con questo finiscono le certezze su cosa si sa del futuro dell’Inter e di Steven Zhang. Nulla ha lasciato trapelare Zhang finora, men che meno l’Inter. Da 9 mesi è in Cina, non certo in carcere come da tesi più complottarole da 5 lire, ma a fare atto di presenza politico per non irretire il potere centrale della segreteria di partito sulla sua assenza prolungata all’estero. Tratta incessantemente sia per un riscadenziamento del prestito sia per ottenerne un altro da un altro fondo, e ancora non l’ha ottenuto.
Un dettaglio posso personalmente posso fornire, quello sì: in società sono incredibilmente calmi in merito, quasi sicuri, l’anno scorso di questi tempi erano ben più incerti sul futuro di quanto invece non si dimostrino adesso. C’è anche la clausola del contratto che permette a Zhang di incassare un cospicuo conguaglio del valore totale dell’Inter in caso di mancato saldo del prestito, e questa è forse la sua migliore assicurazione sul futuro e sui suoi interessi coincidenti con l’Inter. Perché sarebbe un esborso imponente per Oaktree. Se Zhang non riuscirà a prolungare, Oaktree - che per costituzione di perdere soldi non ha interesse - vorrà dire che o rivenderà al migliore offerente, o terrà l’Inter per un tempo limitato garantendo l’autogestione come del resto succede da ormai 3 anni a questa parte.
E se Oaktree finirà per rifiutare il generoso riscadenziamento perfino con il 20% di interessi, visto che si parla di fondi che hanno unico intento fare soldi, allora logica suggerirebbe che un rifiuto di un’offerta così vantaggiosa possa essere naturalmente motivato evidentemente dalla presenza di un altro compratore con un’offerta più redditizia per Oaktree, e di conseguenza per l’Inter.