Ziliani spiega perché teme l'inciucio sul caso razzismo di Acerbi
Domani o al massimo martedì dovrebbe arrivare la sentenza definitiva del Giudice sportivo sul caso-Acerbi. Acquisiti i faldoni del procuratore Chinè, che ha interrogato il difensore dell'Inter e Juan Jesus, Mastrandrea - che aveva chiesto un supplemento di indagini - delibererà in merito ma chi sente puzza di bruciato è Paolo Ziliani. Il giornalista del Fatto Quotidiano scrive su twitter
Come finirà il caso Juan Jesus-Acerbi e quale sarà la decisione che il giudice sportivo prenderà dopo il supplemento d’inchiesta richiesto alla Procura federale non lo so. Ma non è un caso che da più parti cominci già a trapelare un’indiscrezione: quella che adombra una soluzione alla “velemose bene”, molto all’italiana, un colpo al cerchio e uno alla botte, una via di mezzo tra l’assoluzione di Acerbi per la sua dimostrata, riconosciuta innocenza e le (almeno) 10 giornate di squalifica previste dal codice come pena minima per la sua colpevolezza in atti e comportamenti razzisti.
Siamo il Paese che ha istituzionalizzato l’inciucio e il nostro calcio ne è lo specchio fedele: vedi il patteggiamento raggiunto nel maggio scorso tra FIGC e Juventus, col club bianconero che invece di essere mandato (come minimo) in Serie C venne graziato in cambio di una multa di 718 mila euro. Dopodichè tutto è andato avanti come se niente fosse successo e c’è anzi oggi una fetta di Italia juventina inviperita per quella che ritiene essere stata una persecuzione giudiziaria, anche in campo sportivo, nei confronti della Juventus...