Le profezie sbagliate di Piccinini: Ho dubbi su Thuram, mi piace molto la Roma
Il telecronista di Amazon Prime, intervistato prima dell'inizio del campionato, aveva elencato i suoi pronostici ma per ora sembra fuori strada
In attesa che torni la Champions, di cui sarà telecronista per Prime Video dove insieme a Massimo Ambrosini commenterà la miglior partita del mercoledì in un appuntamento che, con la folta squadra di inviati e talent, si propone sempre più di qualità, Sandro Piccinini si è sbilanciato in una serie di pronostici sabato, intervistato da La Verità.
La griglia scudetto di Piccinini
Per concentrarsi totalmente sull’evento, l’ex conduttore e telecronista Mediaset ha rinunciato anche alla collaborazione con Rds Radio Serie A e subito prima del via al campionato con Genoa-Inter e Milan-Torino ha fatto la sua griglia scudetto: «Al momento, metterei Inter, Milan e Juve in prima fascia. Poi Napoli, Atalanta, Roma e Fiorentina, mentre il Bologna mi sembra un po’ in difficoltà. Per l'Inter il primo obiettivo rimane il campionato. La Champions non è un traguardo da fissare adesso. Troppe incognite legate a sorteggi, infortuni e calendari. Se non sei il Real Madrid cominci a pensarci in primavera».
Piccinini e i dubbi su Thuram
L’Inter ha preso Taremi e Zielinski, ma i titolari sono quelli dell’anno scorso: «Sì ci sono dei rischi, non è facile ripetersi. Su Chalanoglu e Lautaro Martinez non ho dubbi, qualcuno ce l’ho sul fatto che si confermi Thuram (che però ha segnato una doppietta all'esordio col Genoa)... L’Inter non è giovanissima; i ricambi ci sono, ma un paio di rinforzi di qualità servirebbero. Scarseggiano i soldi, servono le idee. L’anno che sbagli due acquisti sei in difficoltà. L’Inter ha confermato le sue colonne e il nuovo proprietario, Oaktree, ha brillantemente risolto il nodo del rinnovo di Lautaro Martinez».
Per Piccinini la Roma si è mossa bene
Poi si passa alla Roma, che ieri a Cagliari ha deluso ma Piccini aveva detto: «Con Tiago Pinto, la Roma si era affidata al carisma di José Mourinho, salvo poi allontanarlo dicendo che la squadra era da Champions. Ora, però, la stanno smantellando... Il nuovo direttore sportivo, Florent Ghisolfi, dimostra di avere buone idee. Ha preso Dobvyk, il capocannoniere del campionato spagnolo, Soulé dalla Juventus e Le Fèe dal Rennes. Sono contento per De Rossi perché si sta attrezzando una squadra all’altezza delle ambizioni che merita. La rivelazione del campionato può essere proprio Soulé: in una grande può fare il salto di qualità definitivo».
Infine capitolo Nazionale: «Dobbiamo fare due ragionamenti. Il primo riguarda la Federazione e la gestione delle scuole calcio sul territorio nazionale. In Germania ci sono 400 centri federali che vanno alla ricerca capillare dei ragazzini migliori. Da noi il reclutamento è approssimativo e l’accesso al calcio selettivo. Non tutte le famiglie possono permettersi 500/600 euro l’anno per iscrizione, scarpe, divise e allenamenti tre volte la settimana… Né si può accollare tutto alle società, che sono soggetti privati. La Federazione come spende i suoi fondi? Se non interviene a questo livello, molti talenti, magari figli di immigrati, resteranno a giocare nel cortiletto. Gravina? Se si fosse dimesso subito dopo Mancini sarebbe sembrata una fuga di massa. Mi pare che, in quel contesto, Gravina si sia mosso bene, sorpreso dalla scelta egoistica dell’ex ct. Però, dopo il fallimento di questi Europei, che segue le due mancate qualificazioni mondiali, sì: dovrebbe trarne le conseguenze. Credo sia questione di tempo. Non sarà facile trovare l’alternativa».