Criscitiello: Ho detto marocchino all'arbitro ma il resto è tutto falso
Il direttore di Sportitalia, squalificato per 18 mesi come presidente della Caratese in serie D, si difende dalle accuse e contesta il referto arbitrale
Non si placano le polemiche dopo i fatti che hanno portato alla squalifica per 18 mesi a Michele Criscitiello, direttore di Sportitalia, nelle vesti di presidente della Folgore Caratese, squadra che milita nel campionato di Serie D. Dopo la maixipenalizzazione il giornalista ha presentato ricorso.
Criscitiello accusato di razzismo, insulti e rissa
Criscitiello è stato punito per comportamento scorretto nella sfida contro il Club Milano: insulti razzisti, rissa, sputi e inseguimento all'arbitro, questo il carico di accuse che il giornalista ha voluto chiarire a Corriere.it. Questa la sua versione dei fatti.
L'ammissione di Criscitiello
Criscitiello spiega: "Il mio ufficio dà sul campo, apro la finestra e contesto l’arbitro durante la partita: "‘Sto marocchino… tornatene a casa, stai rovinando la partita', questo, è vero, lo dico. Poi scendo gli vado incontro e gli dico ‘questo non è calcio, ci stai facendo prendere a calci, non sei capace', ed è finita così, non tiro alcun pugno o calcio alla porta del suo spogliatoio, non aggiungo altro". Per questo il direttore di Sportitalia sarebbe anche pronto a scusarsi con l'arbitro, a patto però che anche il direttore di gara definito "supponente e arrogante" si scusi per le presunte falsità messe a referto, con la diffamazione dietro l'angolo.
Erano gli avversari che mi volevano aggredire, erano in 15-20 contro di me, che ero solo, tutti ragazzi da un metro e novanta, perché durante la partita erano volati insulti, ma sono cose di campo. Quelli arrabbiati erano loro perché avevano perso. Tutti inveiscono, ma nessuno mi tocca. Il comandante della polizia locale mi porta via. Tutto questo succedeva mentre parlavo con il loro allenatore, per complimentarmi con lui, perché la sua squadra è stata la migliore sino a ora vista in casa nostra. In molti lo possono testimoniare. E’ il loro giocatore che è stato espulso. Mentre esce sferra un pugno alla panchina. C’è stato uno scambio di parole poco gentili fra me e lui, un ragazzo straniero. Alla fine ci siamo chiariti al bar e abbiamo bevuto una birra insieme, gli ho pure fatto i complimenti perché è davvero forte".
Il retropensiero sulla squalifica
Ma qual è allora il motivo di accuse?: "Da tempo mando avanti una campagna giornalistica contro Gravina (presidente della Figc, ndr). Non ce l’ho con l’uomo, ma sostengo che dopo la mancata qualificazione ai Mondiali, il caso Mancini, avrebbe dovuto dimettersi per inadeguatezza. Mi accusano di essere pro Lotito, e ora mi vogliono infangare con questa vicenda".