Sinner, il nuovo affondo della Wada sul caso doping: ad aprile il momento della verità
La Wada torna ad attaccare Jannik Sinner per il caso clostebol e conferma la richiesta di squalifica da uno a due anni

La Wada torna all’attacco e ribadisce le sue richieste di squalifica per il caso doping che riguarda Jannik Sinner. Nel corso di un’intervista a La Stampa, il portavoce dell’agenzia mondiale antidoping conferma la richiesta di sospensione tra uno e due anni per il tennista italiano.
La richiesta della WADA
La WADA ribadisce la sua richiesta di squalifica per il caso doping che riguarda Jannik Sinner. Nel corso di un’intervista a La Stampa, il portavoce dell’agenzia mondiale antidoping James Fitzgerald non fa nessun passo indietro: “Riteniamo che la conclusione di nessuna colpa o negligenza non sia corretta secondo le norme correnti e chiediamo un periodo di sospensione compreso tra uno e due anni. Non chiediamo la cancellazione di nessun risultato a eccezione di quelli già imposti in primo grado”.
Il portavoce della Wada torna anche sul tema della contaminazione e sulle quantità infinitesimali riscontrate nelle analisi antidoping: “La questione della contaminazione è reale e la Wada se ne sta occupando. I limiti minimi di segnalazione per varie sostanze sono stati già adeguati per garantire equità agli atleti che ingeriscono involontariamente una sostanza proibita. Nell’ambito della revisione del Codice mondiale si stanno esaminando anche le norme relative alla contaminazione”.
Il caso di Sinner
Jannik Sinner è stato trovato positivo al clostebol nel corso di un controllo effettuato nel marzo del 2024 con una concentrazione davvero bassissima (1 miliardesimo di grammo per litro) con il tennista azzurro che è riuscito a ottenere l’assoluzione per colpa e negligenza da parte dell’ITIA riuscendo a dimostrare che la positività era dovuta a una contaminazione crociata da parte del suo fisioterapista Giacomo Naldi che si era curato una ferita al dito con un farmaco contenente la sostanza proibita. Un caso lunghissimo quello che riguarda il numero 1 del tennis mondiale che potrebbe arrivare a conclusioni dopo le due udienza in programma al Tas di Losanna il 16 e 17 aprile.