Paulo Fonseca, allentore del Milan
Paulo Fonseca, allentore del Milan

E' bastato poco per far tornare sulla graticola Fonseca: due pareggi antitetici con Cagliari e Juventus e una vittoria sofferta in Champions con lo Slovan ed ecco che il tecnico portoghese torna sotto accusa: per la difesa ballerina, per la gestione di Leao e Theo e per un cammino sempre più faticoso. Il tecnico parla alla vigilia della sfida all'Empoli

Fonseca riconosce il problema in difesa

Fonseca non si nasconde: “Non posso chiudere gli occhi di fronte al problema difesa, nonostante la vittoria, abbiamo parlato e ci lavoreremo. Con la Juve avevamo lavorato bene sull'organizzazione difensiva, però ricordiamo che siamo la quinta difesa del campionato. Alle volte facciamo del problema un mostro. Lavoriamo per migliorare, anche se alcuni problemi non sono tattici, ma di lettura dei momenti. Cerchiamo equilibrio, non si può essere sempre dominanti ma serve sicurezza difensiva per continuare a fare il nostro gioco”

Il tecnico promuove la coppia Morata-Abraham

La formula del doppio centravanti, con Morata e Abraham, lo convince e il Milan la riproporrà: “Idea che rimane nella mia testa. È una opzione quando penso che possa essere un vantaggio”.

Fonseca fa chiarezza su Leao

Capitolo Leao: "Leao meglio in campo che in panchina? Adesso sì, ogni allenatore ha una sua strategia: io ne ho usate due, una non ha avuto risultati ma non posso dire quale è e l'altra sì, sono soddisfatto della reazione che ha avuto Rafa quando è andato in panchina ma voglio continuità. La squadra ha bisogno di questo Rafa".

Fonseca è sempre attento a chi si incontra: "In Italia bisogna avere due facce offensive: contro Juve e Slovan c'è una faccia, ne serve un'altra per affrontare Empoli e Atalanta. Chi gioca in difesa domani? Ho una coppia più stabile delle altre, ma dobbiamo capire anche che ci sono tante partite e non possiamo giocare sempre con gli stessi. Gabbia si è infortunato, era difficile fargliene fare due di fila. So che sarebbe importante far giocare gli stessi giocatori in difesa, ma ci sono tante partite e ci sono anche degli infortuni. Voi non parlate molto di questo, ma noi non abbiamo infortuni eh... E il motivo è anche perché facciamo questo tipo di gestione".

Hanno fatto rumore le immagini di Guardiola graffiato: è un problema un po' sottovalutato quella della pressione che gli allenatori sono costretti a subire: "Non possiamo scappare da questa pressione quando siamo in club come il Milan o come il Manchester City. Non so cosa sia successo con Guardiola. Ma stare qui vuol dire avere pressioni in tutti i momenti, tutti i giorni. Non solo con la stampa e i tifosi, ma anche qui dentro e con i giocatori. Siamo una squadra che deve vincere sempre. Se non vogliamo avere questa pressione non possiamo stare qui, a questo livello. Non penso ci sia altro modo. È una pressione grande, grandissima. E si sente tutti i minuti, tutti i giorni. Io dico che il calcio è per persone forti. Se non siamo forti non possiamo stare nel calcio a questo livello".

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