Sostiene di non aver mai nascosto le sue fragilità ma di essere ora in pace con se stesso: Gigi Buffon ha trovato il suo eqilibrio. L'ex portiere della Juventus si confessa in un'intervista a La Stampa e smonta subito un clichè mediatico.

Buffon giudica paragone Allegri-Motta

Buffon parte dal paragone tra gli ultimi due allenatori della Juventus e dice: "Non scherziamo: basta con il paragone tra Motta e Allegri, non sta né in cielo né in terra. Uno ha vinto tanto, Thiago sta cominciando ora, chi li mette a confronto è spinto dalla volontà di infastidire l'ambiente. Per Thiago ho una grandissima stima e sono molto fiducioso su ciò che sta costruendo. Quando si interviene così in profondità ci vuole tempo. Motta è un allenatore meticoloso, preparato, abituato a certi livelli: lo conosco come compagno di squadra (hanno giocato assieme nell'Italia, ndr), devono dargli tutti una mano".

Buffon team manager dopo Riva e Vialli

Quanto al suo ruolo al fianco di Spalletti in nazionale, come capo delegazione, Buffon ha raccolto l'eredità pesante di due uomini di grande spessore – oltre che campioni – come Gigi Riva e Luca Vialli: "Io sono io. Non potevo e non posso pensare di interpretare la nuova esperienza come lo ha fatto chi mi ha preceduto: non potrei reggere il paragone. Una cosa, però, la posso dire: credo che a Gigi e Gianluca mi accomuni la credibilità e una certa autorevolezza. Un esempio? La mia vita è 80 per cento serenità, scherzo, voglia di vivere, entusiasmo… sono bizzarro. Ma i ragazzi nello spogliatoio sanno che, quando scatta il 20 per cento di serietà, cambia la musica: mi faccio comprendere, riesco a contagiarli".

Infine un pensiero sulla rivelazione Atalanta: "L’Atalanta è una squadra che fa bene a tutti: non sono sorpreso perché nel pallone come nella vita non si improvvisa niente se vuoi arrivare a certi livelli. La società della famiglia Percassi è un progetto lungimirante in piedi da un bel po’”.

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