Corvino rivela come Gotti gli ha salvato la vita e poi attacca Spalletti
Il presidente del Lecce, che stava per morire in un incendio in hotel, non ci sta sulle accuse dei troppi stranieri nella sua Primavera
E' vivo per miracolo o meglio ancora per l'intervento decisivo del suo allenatore Gotti. Il presidente del Lecce, Pantaleo Corvino, oggi può raccontare la sua disavventura col sorriso ma quanto successo nei mesi scorsi è ancora un ricordo che spaventa. A Sky Corvino rivela cosa successe.
L'incontro con Gotti per discutere il rinnovo
Corvino aveva scelto un hotel per parlare con l'allenatore Gotti del rinnovo di contratto: "Avevo scelto un luogo in disparte per parlare del contratto con Gotti, così siamo andati in una struttura di un mio amico che viene utilizzata solo per le cerimonie. Siamo andati a cena e non ci siamo messi d’accordo, così si è fatto tardi e siamo andati a dormire. A un certo punto, durante la notte, ho sentito un tonfo. Era Gotti che bussava alla mia porta: la struttura andava a fuoco".
Corvino ha poi proseguito: "Abbiamo tentato di scendere, ma c’era troppo fumo e stavo svenendo. Così ci siamo calati dalla finestra del primo piano. Io ero confuso e lui mi ha detto "Leo, sono qui con te". Quando ci siamo messi in salvo gli ho detto: quanto volevi di stipendio? Ti do il doppio!”"
Corvino respinge le accuse della Figc
Al Corriere dello sport, invece, Corvino rivela la sua amarezza per le accuse rivolte da Gravina e Spalletti che, nel motivare il flop a Euro2024, hanno puntato il dito sui troppi stranieri ricordando come il Lecce primavera sia composto quasi solo da giocatori di federazioni estere: «Il mio è un grido di dolore. In tutte le trasmissioni mettono in evidenza il risultato della nostra Primavera, gli undici stranieri, come se fossimo il male assoluto, l’origine del fallimento della Nazionale. Ma stiamo scherzando? Io l’untore? Questa demonizzazione del Lecce è un insulto all’intelligenza. Io non sono l’untore e il nostro è un modello che andrebbe seguito».Nel calcio, come nella vita, si sbaglia e chi sbaglia non deve scaricare sugli altri, ma assumersi la paternità dell’errore. E eventualmente, se lo ritiene opportuno, chiedere scusa».
«Mi riferisco al ct Che in Germania non ha fatto lo Spalletti per come lo conosciamo e stimiamo. Può succedere, ci mancherebbe. Ha avuto solo nove mesi per entrare in un ruolo nuovo, quello di manager. Non possiamo sapere cosa abbia trovato. Il punto è un altro, troppe le cose che si dimenticano...Il Lecce in A ha tre giocatori che provengono dalla Primavera, e sono tre titolari. Falcone, Baschirotto, Piccoli, Gallo e Sansone sono italiani. Il Lecce non può permettersi gli italiani per i costi eccessivi. Devo difendere il nostro lavoro, la società, il territorio».