Cristiano Giuntoli, Juventus
Cristiano Giuntoli

Anche Walter Veltroni, dopo Aldo Cazzullo, esce finalmente allo scoperto. Non se ne può più di questa demonizzazione di Max Allegri e di questi elogi acritici e a scatola chiusa al (non) gioco di Thiago Motta, messo peggio in classifica del suo predecessore dopo cinque turni di campionato. Dalle pagine della Gazzetta dello Sport l'ex sindaco di Roma, ex leader del PD, ma soprattutto tifoso della Juve, mette in evidenza con lucidità i pregi e i difetti del mercato della Vecchia Signora, scova l'unica piccola grande pecca del lavoro di Giuntoli e, soprattutto, difende Max. Anche se una tiratina d'orecchie la merita pure il tecnico livornese. 

Juve, Veltroni rimane ottimista

Veltroni, in un passaggio del suo ponderoso scritto, sottolinea: “Il club bianconero ha badato alla sostenibilità economica e ha allestito una buona rosa, però davanti servirebbe un altro 9 di spessore qualità decisivo. Come lo saranno, in una stagione con cinque competizioni, Douglas Luiz e Khephren Thuram. La squadra fatica contro le difese ben organizzate e difetta di velocità sotto porta e di tiro dalla distanza. Così è sembrato, in questo inizio. Ma non mi fascerei la testa. L’organico e l’idea di gioco di Motta fanno pensare che gol e risultati arriveranno”. 

La pecca di Giuntoli secondo Veltroni

Quindi l'unico piccolo pasticcio compiuto da Giuntoli in sede di mercato. L'esperto dirigente non ha fornito all'allenatore una valida alternativa a Vlahovic, che continua ad avere il mal di gol quando gioca nella Juve, proprio come ai tempi di Allegri: “L’unica pecca, per me, della rivoluzionaria campagna di Giuntoli, è stata non prevedere una punta alternativa a Vlahovic, anche viste le condizioni di Milik. Ma, per il resto, la Juve è tornata finalmente ad avere un organico paragonabile a quello dei momenti migliori. Che non sono certo stati gli ultimi due anni”.

Juventus, l'unico errore di Max Allegri

Infine, l'elogio di Allegri. Anche se un erroruccio il livornese l'ha compiuto a sua volta, quando ha avallato senza batter ciglio la cessione di un pezzo da novanta come Dybala, amatissimo peraltro dai tifosi: “Quando si fa il bilancio della gestione di un tecnico della qualità di Allegri bisognerebbe mettere nel conto almeno questo. Ramsey non era Koopmeiners e Kostic non era Gonzalez. Lo dico pur non potendo perdonare ad Allegri di aver almeno accettato la cessione di Dybala, che è ancora, sempre, una bellezza per gli occhi di chi ama il calcio”.

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