De Paola: Spalletti e Sinner, in tanti tifano contro, ecco perché
L'ex direttore di Tuttosport sottolinea le critiche gratuite per il ct e l'altoatesino che non vengono cancellate neanche con i successi
Nella sfida in tv ha ovviamente vinto l'Italia ma anche Sinner ha catturato gli sportivi. Su Rai1 la partita tra Italia e Francia ha interessato 5.567.000 spettatori pari al 31.1% di share (primo tempo a 5.431.000 e il 29.8%, secondo tempo a 5.689.000 e il 32.4%). Escludendo le gare degli Europei, si tratta della partita più vista dell’Italia di Spalletti in questo 2024. Per quanto riguarda invece la semifinale tra Jannik Sinner e Jack Draper agli US Open, la partita è diventata la più vista nella storia di SuperTennis. Il match all’Artur Ashe ha infatti attirato su SuperTennis (canale 64 del digitale terrestre) 744.010 spettatori medi. Quasi due milioni (1.981.918) i contatti unici cui vanno aggiunti 817.000 spettatori su Sky Sport ma tutti hanno tifato davvero per Spalletti e per l'altoatesino? Per Paolo De Paola no.
De Paola paragona Sinner a Spalletti
L'ex direttore di Tuttosport, nel suo editoriale per Sportitalia, sottolinea: "La domanda da porsi è questa: si esulta più per il successo o per la caduta? È un discorso che si può estendere all’Italia, a Sinner... C’è qualcosa di represso dietro le vittorie dell’Italia sulla Francia come quella di Sinner che va in finale agli US Open. Immaginate quanto veleno sarebbe stato vomitato su Spalletti e quanto astio avrebbe accompagnato Jannik in caso di sconfitte. Vincere non è solo esultare, ma placare, tamponare, schivare"
De Paola continua: "Stare sempre da una parte o dall’altra è troppo facile anche perché le cose cambiano e dovrebbero cambiare pure i giudizi. Invece no. Si parte con un’idea (solitamente negativa) e non si cambia anche a dispetto di una realtà diversa. È questo il corto circuito dal quale non si riesce ad uscire. Spalletti è stato bocciato per l’Europeo fallito e non basteranno vittorie per poterlo emendare. Dovesse persino vincere il mondiale rimarrà sempre con quella “macchia”. In un mondo così esasperato forse ci sta tutto, ma il punto non è solo la vittoria o la sconfitta. Magari si parlasse solo di quelle, invece prevale sempre l’idea che ci siamo fatti di un personaggio come Spalletti. Alla fine giudichiamo questo, non più l’evento"
Le critiche al ct e al tennista
Infine la conclusione: "Non ci garba il “filosofo” Spalletti? Ebbene quell’immagine ci metterà molto tempo prima di essere scalfita indipendentemente dai risultati in campo. Guardate le critiche a Sinner, sono tutte extra campo. Razionalmente non si può non amare un campione come lui eppure c’è chi ci riesce trovando le strade più impervie facendo proseliti. Sembra assurdo, ma accade. Una volta i media riuscivano spesso a far amare l’immagine di un protagonista attraverso le sue imprese e il suo racconto umano. Non è più così. C’è un’onda social così forte e trasversale in grado di ribaltare qualsiasi immagine fino risaltarne gli aspetti più negativi. È una marea montante difficile da contenere. Spalletti vada pure avanti per la sua strada ma sappia che non si attende altro che il prossimo inciampo, più che la prossima vittoria. In quest’epoca è così. Prendere o lasciare, tensioni esagerate comprese"-