Lino Banfi: "L'Italia di Spalletti come la mia Longobarda, un aspetto mi ha sconvolto"
Per l'attore comico ci sono inquietanti similitudini tra gli Azzurri e la squadra sgangherata del suo film.
Scamacca come Crisantemi, Gravina come il presidente Borlotti, Jorginho relegato in panchina come Speroni e gli altri calciatori della Nazionale, invece, delle "pippe". Proprio come quelli della Longobarda de ‘L’allenatore nel pallone', il film cult con Lino Banfi icona del calcio degli Anni 80. Loro almeno facevano ridere, l'Italia presa a pallonate dalla Svizzera e sbattuta fuori da Euro 2024, invece, no. E lo dice proprio Lino Banfi, che interpellato dall'agenzia LaPresse spiega perché si è “incazzeto” davanti alle disarmanti prestazioni degli Azzurri in Germania.
Lino Banfi infierisce: “Italia come la Longobarda”
Così il popolare attore pugliese: "A tratti è sembrato assistere a un mio film, sembrava di vedere la Longobarda". Un'Italia imbarazzante, insomma, improponibile a certi livelli e con protagonisti inadeguati. Ma anche un'Italia che, a differenza della squadra del film, non è riuscita a trovare il “suo” Aristoteles, il calciatore in grado di risolvere i problemi e le castagne dal fuoco, trascinando i compagni verso la salvezza. L'Italia non ha trovato nessun salvatore, anzi gli attaccanti - eccetto un'ala come Zaccagni - non sono proprio riusciti ad andare a segno.
L'errore più grande di Spalletti secondo Banfi
Per Oronzo Canà - pardon, Lino Banfi - l'errore più grande del collega Spalletti è stato uno: ha sbagliato a comunicare con i suoi ragazzi in campo. C'era troppo frastuono, infatti, e le sue indicazioni non arrivavano nella giusta maniera. "C'è modo e modo - ha aggiunto l'attore - non si può parlare in campo con tutto quel casino, il giocatore non capisce quello che sta dicendo". Niente battute, però, vista la situazione già di per sé drammatica: "Ma come si può giocare su questi argomenti così tristi, ci rattristiamo tutti?".
Gli Azzurri visti da Oronzo Canà: anzi, neppure visti
E c'è ancor meno da ridere pensando al futuro, che non lascia presagire nulla di buono. L'Italia ora ha il dovere di qualificarsi al prossimo Mondiale, per di più allargato a 48 squadre, per cancellare l'amarezza degli ultimi due fallimenti e anche per spazzare via la delusione di questa nuova figuraccia: "Nessuno ci ha capito niente di questa nazionale, bisogna rifare tutto, tutto, tutto", la presa di coscienza di Banfi. Che prova a sdrammatizzare, infine, con una battura su Svizzera-Italia: "Ma quale partita? Io quella contro la Svizzera non l'ho proprio vista perché mi avevano detto che sarebbe stato un disastro".