All'Inter e alla Fiorentina lo ricordano ancora con affetto, del resto non si fanno per caso 446 partite: quinto tra i giocatori stranieri più presenti in Serie A, alle spalle di Javier Zanetti, Samir Handanovic, Goran Pandev e José Altafini. Sebastien Frey oggi, a 44 anni, è una persona serena, senza nostalgie per il calcio, e a Il Giornale rivela alcuni aneddoti.

Frey e la lezione di Baggio

C'è una figura fondamentale nella vita di Frey ed è Baggio: "Considero Roberto più di un amico. È lui che mi salvato la vita. Nel 2006, nel pieno delle forze, ho subito un incidente al ginocchio che ha messo a rischio la mia carriera. Ricordo la faccia dei medici che scuotevano la testa... Fu un periodo di sofferenza terribile, l'operazione fu complicata, i tempi di recupero lunghi. Lo spettro della depressione era in agguato".

«Sapevo che anche Baggio aveva subito un intervento importante al ginocchio. Lo chiamai per chiedere consigli e conforto morale. Quella telefonata mi ha cambiato l'esistenza. Attraverso un percorso nella filosofia della fede buddista. La stessa religione abbracciata da Baggio e da allora praticata anche da me. Se oggi sono un uomo sereno con me stesso e con il prossimo lo devo al cammino interiore che mi ha indicato Roberto facendomi scoprire una miniera infinita di potenzialità».

Frey e la battuta di Totti

Non ha rimpianti nè voglia di tornare nel calcio Frey («No, ho avuto una stupenda carriera da calciatore. Ora mi godo gli affetti più cari e mi sento realizzato») e su Totti che ci starebbe pensando rivela: «Secondo me ha fatto solo una provocazione. Io, letta l'indiscrezione, l'ho chiamato perché Francesco è un amico. Scherzando, l'ho preso un po' in giro... gli ho detto Francesco, ma non ti eri dato al padel? Lui si è messo a ridere».

 

Milan-Napoli in chiaro, ascolti record per il test Dazn: ci saranno altri big match “free”
Juve, è tutta colpa di Danilo? Scoppia la polemica sul web