Giunto al suo sesto Europeo (un record assoluto), Cristiano Ronaldo paradossalmente è il grande punto interrogativo del Portogallo. Dopo gli scorsi Mondiali, sembrava ormai essere diventato un peso per la sua nazionale: sia per gli atteggiamenti egocentrici in campo, sia perché la sua presenza sembrava potesse tarpare le ali a talenti come João Félix e Rafael Leão. Il nuovo C.T. dei lusitani, Roberto Martínez, lo ha però subito rimesso al centro del progetto e durante le qualificazioni CR7 è tornato l'implacabile bomber di sempre, realizzando 10 reti (fanno 130 in totale con la sua nazionale). Nel frattempo, ha preso terribilmente sul serio l'esperienza in terra araba, mantenendo le sue solite medie realizzative anche all'Al Nassr. Tuttavia, il dubbio che l'attuale Portogallo potrebbe anche fare a meno di lui continua ad aleggiare tra gli appassionati...

Gruppo F, il Portogallo

Quella a disposizione di Roberto Martínez è infatti una delle rose più complete tra quelle presenti a EURO 2024, con ricambi di valore in ogni ruolo. Un mix di tecnica e fisicità, esperienza e freschezza, apparentemente senza punti deboli. Rúben Dias e il vecchio, ma ancora affidabile, Pepe guidano la retroguardia, che può contare su alcuni tra i terzini più propositivi del calcio europeo come João Cancelo e Nuno Mendes. In mezzo al campo sono salite le quotazioni di Vitinha, cresciuto parecchio nell'ultima stagione al PSG sotto la guida di Luis Enrique. Dalla trequarti in su, c'è da sbizzarrirsi: Bernardo Silva e Bruno Fernandes rappresentano le certezze, Diogo Jota una preziosa arma tattica, mentre invece è lecito pretendere qualcosa in più dai già citati João Félix e Rafael Leão, due enormi talenti ancora poco incisivi in nazionale. Gonçalo Ramos, l'uomo che aveva fatto accomodare in panchina Cristiano Ronaldo durante lo scorso Mondiale, è reduce da una stagione poco esaltante in Francia: il compito di finalizzare l'enorme mole di gioco dei lusitani ricadrà quindi, ancora una volta, sulle spalle del fuoriclasse di Madeira, il miglior realizzatore nella storia degli Europei

Gruppo F, la Turchia

Nello stesso girone, desta molta curiosità la Turchia di Vincenzo Montella, più volte indicata come una possibile rivelazione di EURO 2024. La presenza di Hakan Çalhanoğlu, protagonista di una stagione strepitosa con l'Inter, e di alcune tra le giovani promesse più interessanti del calcio europeo come i 19enni Arda Güler e Kenan Yıldız sembra giustificare l'hype che si è creato intorno alla nazionale del Bosforo. Non sempre, però, la Turchia è stata in grado di ripagare il credito di cui godeva alla vigilia: anche nello scorso Europeo, per esempio, era arrivata con grandi proclami, ma le cose non andarono come previsto (tre sconfitte, otto gol subiti e appena uno realizzato). Il tecnico italiano dovrà essere bravo a mantenere tutti coi piedi per terra, in un gruppo sicuramente alla portata della Turchia ma comunque da non sottovalutare. 

Gruppo F, la Repubblica Ceca

Parte a fari spenti invece la Repubblica Ceca: i fasti della generazione dei vari Nedved, Rosicky, & C. appaiono del resto lontanissimi, eppure i cechi hanno continuato ad avere un rendimento sorprendente agli Europei anche in questi tempi di vacche magre. Una tradizione favorevole che, in più di una circostanza, ha permesso ai cechi di sopperire alla mancanza di talento, conquistando qualificazioni insperate per esempio nelle edizioni del 2012 e del 2020. Per riprovarci, la Repubblica Ceca si affida ai suoi due elementi più estrosi, entrambi di proprietà del Bayer Leverkusen: l'ala sinistra Adam Hložek, frenato dagli infortuni nell'ultima annata, e l'ex romanista Patrik Schick, specializzatosi nel segnare gol in quella che una volta veniva chiamata "zona Cesarini". La forza fisica del capitano Souček a centrocampo, la spinta del suo compagno di squadra al West Ham Coufal sulla corsia destra e gli inserimenti senza palla di Barák sono le altre principali armi a disposizione del C.T. Ivan Hašek, tornato sulla panchina della nazionale ceca all'inizio del 2024. 

Gruppo F, la Georgia

La Georgia, unica debuttante di questa edizione degli Europei (a meno di non considerare come tale anche la Serbia, mai qualificatasi dopo la dissoluzione della Jugoslavia), non è atterrata in Germania per una semplice comparsata né per diventare la "squadra simpatia" di EURO 2024. Vuole fare sul serio e, tutto sommato, ha qualche importante credenziale per provare a sognare in grande. Innanzitutto, può contare su Kvaratskhelia, uno dei migliori dribblatori d'Europa, desideroso di prendersi la scena anche in un palcoscenico così prestigioso, per consacrarsi definitivamente. È la stella del Napoli il trascinatore della nazionale georgiana, l'uomo copertina, il capopopolo di una nazione intera. Ma non è da solo: la Georgia può contare infatti anche su uno dei migliori portieri della Liga spagnola, Mamardashvili del Valencia, decisivo con le sue parate ai rigori nello spareggio con la Grecia. Sulla trequarti ci sono poi almeno due giocatori in grado di parlare la stessa lingua di Kvara, vale a dire Chakvetadze del Watford e Davitashvili del Bordeaux: due talentini non ancora del tutto sbocciati, ma che potrebbero esaltarsi in una manifestazione breve come l'Europeo. In attacco grande fiducia è riposta sul 23enne Mikautadze, che non è riuscito a imporsi all'Ajax, ma è tornato a fare scintille nel Metz nella seconda parte della stagione. Willy Sagnol dovrà essere bravo a far coesistere i suoi giocatori più dotati, tutti con spiccate caratteristiche offensive, perfezionando allo stesso tempo una fase difensiva spesso non all'altezza della situazione, che anche durante le qualificazioni più di una volta ha lasciato a desiderare. La difesa, guidata dal 36enne Kashia, è sicuramente l'anello debole di questa Georgia che, comunque vada, ha già scritto la storia, qualificandosi per la prima volta a un grande torneo per nazionali. Il tutto, caso più unico che raro, senza neanche un giocatore che milita in Russia, a testimonianza dei rapporti tesi tra i due paesi: anche questo è un segno dei tempi. 

Alberto Farinone

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