Dybala via da Roma per l'Arabia Saudita, Ziliani attacca la Juve e i media
Il giornalista si scaglia contro l'ipocrisia dei giornali: l'argentino, infatti, sarebbe stato condizionato in negativo dai metodi di potenziamento fisico del club bianconero.
Mentre Paulo Dybala prepara le valigie per l'Arabia Saudita, dove troverà ad attenderlo un ricchissimo contratto e il futuro assicurato per tutta la sua discendenza, a Roma si scatena il dibattito sul suo addio. Tifosi giallorossi delusi e amareggiati: c'è chi se la prende con la società, chi con De Rossi, chi con lo stesso argentino. Paolo Ziliani, invece, se la prende - manco a dirlo - con…la Juventus e con la schiera dei media pronti solo a tesserne le lodi e a osannarla. L'occasione per un nuovo editoriale al vetriolo su Substack è offerta al cronista de Il Fatto Quotidiano dalla lettura di un articolo sulla Gazzetta dello Sport.
Addio Dybala: l'articolo Gazzetta scatena Ziliani
“Dunque, Dybala se ne va in Arabia con la sua classe immensa e i suoi muscoli di carta velina e sulla Gazzetta (e non solo sulla Gazzetta) ci tocca leggere oggi titoli e articoli come questo: ‘Grande incompiuto così bravo e fragile è stato schiacciato dai troppi paragoni’. Un capolavoro d’ipocrisia”. Così si apre il corposo articolo di Ziliani sul suo spazio social. Un attacco ben documentato, il suo. “Perchè per prima cosa i “troppi paragoni” che avrebbero schiacciato Dybala nella sua scalata alle più alte vette dell’Olimpo dei calciatori li hanno fatti, servilmente e ridicolmente, proprio loro, i giornali sportivi italiani (Gazzetta in testa) che per anni hanno incensato il pupillo della Real Casa come il “Pallone d’Oro” in pectore di ogni stagione che il buon Dio mandava in terra, il nuovo astro pronto a scalzare dal trono del più grande fra i grandi, e cioè Lionel Messi”.
I paragoni con Messi e il potenziamento della Joya
A rendere fragile psicologicamente la Joya sarebbero stati proprio i continui paragoni con la Pulce. “Con tutto il rispetto per la enorme bravura di Dybala, una propaganda grottesca”. Sull'altra fragilità, quella fisica, le responsabilità vanno invece indirizzate altrove: “In quanto poi alla “fragilità” dell’argentino, cioè la causa vera della sua parabola da Grande Incompiuto e la ragione per cui la Roma ha deciso di rinunciare a lui dopo due stagioni di militanza a mezzo servizio per via dei continui, martellanti infortuni di carattere muscolare che rendevano ogni sua partita un punto interrogativo (si farà male? Riuscirà a concluderla o lo vedremo uscire dal campo in lacrime?), forse sarebbe stato il caso che la Gazzetta e i media italiani, specializzati e non, si fossero fatti qualche domanda in più su quel che stava accadendo a Dybala (e non solo a lui) nei lunghi anni trascorsi al servizio della Juventus durante i quali veniva sottoposto a una vera e propria trasfigurazione fisico-atletica per essere trasformato da gazzella in bisonte”.
Per Ziliani, Dybala non è stato l'unico “trasformato” dalla Juve
Una parabola che Dybala condivide con altri calciatori passati in bianconero. L'attacco di Ziliani continua: “Com’è sempre avvenuto alla Juventus anche in tempi passati tristemente noti per i processi che sono seguiti e le conseguenze che ne sono derivate a molti calciatori. Invece, anche se quel che accadeva era sotto gli occhi di tutti, tutti se ne stavano zitti: anzi, incensavano i metodi d’allenamento della Real Casa cantandone la magnificenza a ogni piè sospinto. Un giovane calciatore di classe immensa veniva messo fuori uso giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento? Come se nulla fosse. La parola d’ordine era: non disturbare il conducente, anzi lodarlo e genuflettersi di fronte alla sua guida saggia e ispirata. Chi invece provava a farlo, come il sottoscritto, veniva emarginato e silenziato”.