Razzismo, Acerbi esce allo scoperto e racconta la sua verità
Ha letto e sentito tutti sulla vicenda che l'ha visto coinvolto ma ora parla lui. Francesco Acerbi si confessa al Corriere della sera e racconta la sua verità sul caso-razzismo
"Sono triste e dispiaciuto, è una vicenda in cui abbiamo perso tutti - esordisce il difensore nerazzurro -. Quando sono stato assolto ho visto le persone attorno a me reagire come se fossi uscito dopo dieci anni di galera, molto contente di essere venute fuori da una situazione del genere: sono state giornate molto pesanti. Perché parlo solo ora? Avevo fiducia nella giustizia e non volevo rischiare di alimentare un polverone che era già enorme".
"La sentenza è stata una liberazione anche se tutta la situazione che si è creata mi ha intristito, per come era finita in campo e per come ci hanno marciato sopra tutti senza sapere niente. Ho percepito un grandissimo accanimento, come se avessi ammazzato qualcuno - le sue parole -. Non sono mai stato razzista. Il mio idolo era George Weah, fu uno dei primi a chiamarmi quando mi fu trovato un tumore. Adesso che c'è la sentenza vorrei dire la mia: non ho assolutamente nulla contro Juan Jesus e sono dispiaciuto anche per lui. Ma non si può dare del razzista a una persona per una parola malintesa nella concitazione di gioco. E non si può continuare a farlo anche dopo che sono stato assolto".
"Si sta umiliando una persona, massacrando anche la sua famiglia, ma per che cosa? Per una cosa che era finita in campo e nella quale il razzismo non c'entra nulla? Il razzismo purtroppo è una cosa seria, non un presunto insulto. Questa non è lotta contro il razzismo. La malattia che ho affrontato è stata una passeggiata in confronto a questa vicenda, non ho avuto paura a quei tempi. Invece l'accanimento atroce che ho visto nei miei confronti in questi giorni mi ha ferito. Ho fatto tanto per togliermi l'etichetta che avevo quando ero più giovane e diventare un esempio di costanza e professionalità e ho rischiato di perdere tutto in un attimo. Tutti avevano già emesso la loro sentenza prima che uscisse. E per tanti sono ancora un razzista, non ci sto. Le gogne mediatiche non vanno bene e soprattutto non servono per risolvere un problema come quello del razzismo che sicuramente esiste. Non intendo sminuire nemmeno un po', voglio che sia chiaro"