Supercoppa a Riyhad: numeri, critiche e la decisione sul minuto di silenzio per Agroppi
Impiegate 36 telecamere, 180 i paesi raggiunti: niente minuto di raccoglimento per l'ex Fiorentina e Torino per paura dei fischi. Le accuse di Amnesty Italia
Storia, blasone e grandi campioni in campo; un trofeo da conquistare, la Ea Sports Fc Supercup, che vede sfidarsi le migliori squadre della scorsa stagione; con tecnologie di ripresa all’avanguardia, Lega Serie A adotterà il massimo standard produttivo utilizzato in Campionato, implementato sino a 36 telecamere con le integrazioni in campo, in particolare del Licenziatario domestico Mediaset e del Broadcaster sul Territorio Saudi Sports Channel. Oltre a Mediaset che trasmetterà le partite in Italia, nel resto del mondo la competizione sarà distribuita live da 53 broadcaster, per un totale di oltre 180 territori raggiunti.
Supercoppa e tecnologia all'avanguardia
Per offrire spettacolari riprese dall’alto saranno disponibili anche i droni, tra i quali uno acrobatico, e la Sky Cam, che garantirà una narrazione sia tattica sul gioco che emozionale sul pubblico. Oltre all’evento live saranno realizzate anche speciali clip che forniranno punti di vista inediti ed accattivanti: il supporto dei replay consentirà inoltre la realizzazione di video ad elevato impatto visivo, permettendo ai telespettatori di apprezzare nel dettaglio ogni gesto tecnico.
De Siervo: alziamo lo standard
"In questa Supercoppa italiana alziamo, ancora una volta, lo standard della produzione televisiva sportiva - ha dichiarato l`Amministratore Delegato di Lega Serie A Luigi De Siervo -. Mai prima d’ora avevamo messo in campo ben 36 telecamere considerando il drone acrobatico, la Sky Cam e le telecamere cinematografiche. Stiamo trasformando la trasmissione della partita in un’esperienza visiva immersiva e coinvolgente, capace di catturare ogni emozione, in campo e sugli spalti, oltre a raccontare le varie fasi di gioco e i gesti tecnici più significativi. Grazie alla collaborazione con Mediaset e Saudi Sports Channel, sarà realizzata una produzione televisiva di grande qualità tecnica ed estetica per valorizzare ulteriormente il prodotto Serie A a livello globale. Questo sforzo produttivo riflette il nostro impegno a innovare e a rendere il calcio italiano, sempre più, un vero spettacolo per tutti"
Agroppi, niente minuto di silenzio
La Lega calcio intanto ha deciso che non sarà osservato nella gare di Supercoppa italiana a Riyad il minuto di silenzio per la morte di Aldo Agroppi. Marcia indietro per paura di generare un altro episodio sgradevole, in episodi simili, verificatisi proprio a Riyadh durante le commemorazioni di Franck Beckenbauer e Gigi Riva, in cui i minuti di silenzio furono fischiati dal pubblico locale. In Arabia Saudita, infatti, il silenzio non è tradizionalmente associato al lutto. Inizialmente, la Figc aveva comunicato che il minuto di silenzio sarebbe stato osservato a partire dalla gara Inter-Atalanta di questa sera e per tutte le partite del weekend, comprese quelle di anticipo e posticipo. Tuttavia, la decisione è stata rivista in accordo con la Lega Serie A.
Supercoppa, le critiche di Amnesty
"A differenza dell'assegnazione al regno saudita dei mondiali del 2034, l'inizio del torneo italiano non suscita particolare indignazione. Lo sostiene in una nota Amnesty International Italia - eppure l'obiettivo dell'Arabia Saudita, così come di altri stati della regione come gli Emirati Arabi Uniti, il Qatar e il Bahrein, resta sempre lo stesso: usare lo sport, in particolare il calcio, come strumento di politica estera per promuovere la parte buona di sé e far dimenticare il resto, ovvero la pessima situazione dei diritti umani", ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia.
"Alla fine del 2024 il numero delle condanne a morte eseguite ha fatto registrare un nuovo terribile record, superando le 300 impiccagioni. Il movimento per i diritti umani è ridotto da anni al silenzio: tutti i difensori dei diritti umani sono in carcere. La discriminazione contro le donne, sebbene non così feroce come nei decenni passati, resta sistematica a causa della vigenza del sistema del tutore maschile. Chi prova semplicemente a esprimere sulle piattaforme social una critica o a sostenere una causa legata ai diritti umani - come nei casi di Manahel al-Otaibi e di Salma al-Shehab - subisce condanne a decenni di carcere.
"Tutto questo, purtroppo, non suscita più sdegno. Sono molto lontani i tempi in cui si metteva in discussione la decisione di giocare la Supercoppa italiana nel paese il cui leader è stato accusato di aver ordinato l'assassinio all'estero del giornalista dissidente Jamal Khashoggi", ha concluso Noury.