Calcio internazionale
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"È con profonda emozione che annuncio il mio ritiro da giocatore della Francia, dopo dieci anni incredibili. Oggi è giunto il momento per me di voltare pagina e lasciare spazio alla nuova generazione. Chiudo un capitolo della mia vita". Con queste parole, pronunciate attraverso un video-messaggio pubblicato sui social, Antoine Griezmann ha annunciato il suo addio alla nazionale francese.

Quarto francese per numero di presenze

Affermatosi calcisticamente in Spagna con la maglia della Real Sociedad prima di diventare il trascinatore dell'Atlético Madrid, Griezmann ci ha messo un po' per farsi apprezzare anche in patria: la prima convocazione è arrivata soltanto nel 2014, quando aveva 23 anni e aveva già disputato alcune ottime stagioni con la compagine basca. Da quel momento in poi, però, il classe 1991 non si è più fermato ed è diventato uno degli uomini simbolo della Francia, come testimoniano anche i numeri: 137 presenze (a pari merito con Giroud: meglio di loro soltanto Hugo Lloris e Lilian Thuram), 44 reti e 38 assist.

Campione del Mondo nel 2018

Con Le Bleus, Griezmann ha partecipato a tre Mondiali (2014, 2018 e 2022), arrivando in finale nelle ultime due edizioni: sei anni fa, in Russia, fu tra i principali artefici del trionfo transalpino, nonché il capocannoniere della squadra con 4 reti (di cui una siglata nella finale vinta per 4-2 contro la Croazia). Le Petit Diable, nel frattempo soprannominato anche Grizou in quanto ritenuto il degno erede in nazionale di Zinedine "Zizou" Zidane, ha preso parte anche a tre Europei: nonostante le ottime prestazioni fornite, tuttavia, non è mai riuscito ad alzare il principale trofeo continentale, sfuggitogli in particolare nella finale persa in casa nel 2016 contro il Portogallo. Un torneo, in ogni caso, decisamente positivo a livello personale: a EURO 2016 vinse sia il titolo di capocannoniere con 6 reti sia di miglior giocatore.

In questi dieci anni Griezmann è stato un giocatore chiave nella Francia di Deschamps, anche da un punto di vista tattico, grazie alla sua propensione al sacrificio e alla sua capacità di legare il gioco, giostrando fra centrocampo e attacco. A chi toccherà adesso raccogliere la sua pesante eredità?

Alberto Farinone

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