Nell'occasione della sosta nazionali, Sky Sport ha intervistato Paolo Bonolis, la cui inossidabile fede interista è nota. Il popolare conduttore ha commentato la situazione che si è creata in questo avvio di campionato, al momento con il Napoli in vetta, tallonato però dai nerazzurri con un gap di soli due punti.

E a proposito dell'Inter, Bonolis ha detto:

“Mi sono fatto l’idea di una squadra forte come lo era lo scorso anno, però ci sono anche altre squadre forti, che si sono rinforzate ulteriormente. Sarà un campionato più equilibrato, ci sono vantaggi nel giocare le Coppe e vantaggi nel non partecipare alle Coppe”.

Bonolis: “I tifosi del Napoli si godano questa situazione. Ma se non va bene in campionato ti mortifichi”

L'argomento della partecipazione o meno alle competizioni extra campionato, in particolare quelle europee, è stato quindi sviluppato in questo modo dal presentatore tv:

“Bisogna vedere a livello mentale chi saprà gestire meglio queste due diverse soluzioni di comportamento calcistico perché partecipare ti affatica, non partecipare ti fa rabbia e metti tutto nell’unico appuntamento settimanale e se le cose non vanno benissimo si può cadere nella mortificazione”. 

Il riferimento particolare è al Napoli: la squadra di Antonio Conte non ha il pensiero di giocare in Europa, potendosi concentrare così solo sul campionato e sulla Coppa Italia. Bonolis ha precisato:

“Non lo dico questo per i tifosi del Napoli che, per l’amor del cielo, se la godano. I partenopei hanno una squadra fortissima, hanno un allenatore fortissimo, come lo abbiamo noi, anche la Roma, la Juventus, il Milan… Insomma è un bel campionato, vedremo. Non so cosa succederà domenica, anche se io spero tanto in una cosa”.

“All'Inter nessuno deve sentirsi titolare o panchinaro”

Quindi il conduttore si è soffermato sui due titolari nel recente match contro il Torino, ovvero Frattesi (chiamato a coprire la falla dell'assenza di Barella) e il ritrovato Dimarco:

"Per una squadra come l’Inter è importante che nessuno si senta titolare o panchinaro, anche perché un giocatore che entra dalla panchina e ti risolve una partita talvolta è più importante di un titolare. Non è importante chi entra prima e chi entra dopo, ma l’importante è creare una mente alveare con tutti gli stessi obiettivi e determinazione. 

Poi le situazioni del campo, gestite dall’allenatore, portano taluni a giocare prima altri a entrare dopo, a giocare in alcune competizioni di più e in altre di meno. È così che si fa in una squadra, se no si gioca di risentimenti anziché a pallone".

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